Ho sempre pensato che ognuno di noi affrontasse il dolore in maniera diversa, ma mai avrei pensato che ci fossero modi diversi per affrontare uno stesso dolore da parte di una stessa persona.
Quando MG mi spezzò il cuore, pensai che non sarei mai sopravvissuto. Quella volta ce la feci per il rotto della cuffia: impiegai quasi 8 anni per venirne fuori. Passavo le giornate a dormire, la notte piangevo o la passavo insonne. Ogni cosa era buona per torturarmi. Feci terra bruciata. Ebbi un piccola depressione e problemi alimentari. Fame nervosa era la mia bestia. Più ero infelice, più ero arrabbiato, più svuotavo il frigorifero, più mi sentivo in colpa e più attuavo strategie riparative (attività fisica fino allo sfinimento, mi autoprovocavo il vomito e tante cosucce non proprio belle). Ero caduto in un circolo vizioso. Non riuscivo a capire la discrepanza tra l'atteggiamento di MG in pubblico e quello in privato. Non riuscivo a capire i segnali contrastanti tra le parole e gli atteggiamenti fisici che andavano nell'opposta direzione. Andai da uno psicologo, un ciarlatano, per il quale stavo bene perché mangiavo, dormivo e uscivo. Voleva imbottirmi di farmaci senza aiutarmi a risolvere i problemi, dopo un paio di sedute smisi e provai a farcela da solo.
Quando M. mi spezzò il cuore, credetti di impazzire. Mi rifugiai all'inizio nella razionalità. Incominciai a mentire a me stesso. Poi cedetti e crollò quasi tutto. Non capivo. Piansi. Eccome se piansi. Capivo che non ci fosse stato il colpo di fulmine da parte sua, solo che non capivo perché non gli piacessi più. In fondo, ero la stessa persona con cui chiaccherava di tutto su msn. Ero la stessa persona di cui aveva già visto le foto e sapeva bene a cosa andava incontro. Ero la stessa persona a cui lui aveva fatto il filo per 6 mesi. Ero la stessa persona che accettò di incontrarlo dopo un'estenuante lotta di convincimento. Se fosse stato per me, non l'avrei mai incontrato in carne ed ossa. Avevo paura di innamorarmi di lui, avevo paura di soffrire ancora, ma gli volevo bene, ne ero completamente dipendente. La mia giornata ruotava attorno ai nostri appuntamenti fissi su msn. Non era facile per me capire a 26 anni che mi potevano piacere anche gli uomini. Non capivo come una cosa così importante, l'avessi scoperta così tardi. Per me fu un colpo di fulmine a prima vista. Pensavo fosse quello giusto. Per lui avevo rinunciato al mio amato colorito lunare e mi torturai abbronzandomi prima del nostro incontro. Volevo essere ancora più carino per lui. Che sciocco! Ero nervoso e aspettavo che mi baciasse. Mi aveva chiesto il permesso su msn giorni prima, ed io glielo concessi. Non mi ha mai baciato. Non ho mai capito perché non lo fece. Mi sono torturato un sacco di volte sul perché. Apprezzai la sua onestà e la sua sincerità nel dirmi che non era scattata la scintilla. Ciò non tolse che ci soffrissi. Il dolore cresceva e non sapevo arginarlo. Speravo che cambiasse idea e mi riscoprisse. Ad un certo punto il dolore fu così grande che mi stava soffocando. Né gli amici e né il resto, mi aiutavano a venirne fuori. Scappai. Ufficialmente, andai in Francia per 3 mesi col progetto Leonardo, perché avevo bisogno di cambiare aria visto che ero in stallo con l'università. In realtà, il mio cuore spezzato mi stava impedendo di vivere. Tolti quei 3 mesi di quasi assoluta felicità, assorbito com'ero a riscoprirmi e alle prese con una nuova avventura, impiegai quasi quattro lunghi anni per venirne fuori.
Quando RdS mi ha spezzato il cuore, non ho pianto. Ho sentito solo il vuoto. Ho perso tutto in un colpo solo. In un primo momento mi sono buttato capofitto nello studio, poi la stanchezza ha rallentato tutto. Al contrario delle due volte precedenti, questa volta ho sentito il bisogno di scriverne e di stare a contatto con la gente, anche se dopo un quarto d'ora vorrei scappare via. Mi sforzo di andare avanti, ma so che non sarà più la stessa cosa. Dubito che mi riprenderò facilmente. Ho iniziato un processo nei miei confronti. Sono allo stesso tempo imputato e giudice implacabile. Non faccio che pormi continuamente domande. Passo a setaccio ogni mia azione alla ricerca dei miei errori. Voglio capire. Sono alla ricerca della verità. Voglio la verità anche se questa fa male. Ho bisogno della verità. Ho bisogno di risposte. Spero di ottenerle. L'am(av)o e credevo di andare nella giusta direzione e invece no. Non posso andare avanti senza capire i miei errori. Non posso andare avanti senza sapere la verità nuda, cruda e senza abbellimenti.