lunedì 30 settembre 2013

Dov'eravamo rimasti?


Non aggiorno il blog da una ventina di giorni, un po' per scaramanzia,in realtà perché negli ultimi dieci giorni sono stato impegnato a dare una mano al Re e mi sono calato nei panni di boscaiolo (per nulla sexy ça va sans dire). Avete presente il bono di inizio post? Ecco, io sono tutto il contrario e onestamente non di certo sono un bel vedere. Comunque non sono qua a menarvela sul fatto che sono un cesso perché ormai è una cosa assodata, risaputa e oggettiva. Di cose da raccontare ce ne sarebbero, ma magari qualcuna me la tengo per me, sempre per scaramanzia o più semplicemente perché non mi va di ascoltare anche qui le ennesime critiche distruttive (vedi fratello e cognata, per dire). Nel mio ultimo post, quando fare del proprio meglio non basta più, riflettevo sul fatto che delle volte fare solamente del proprio meglio senza raggiungere l'obiettivo prefissato è deleterio perché in un certo qual senso amplifica quel senso di fallimento globale. Ebbene, stranamente a quanto preventivavo, posso vantarmi di essere arrivato primo non solo come spermatozoo, ma anche in un'altra cosa. Dire che è andata bene è riduttivo, per il semplice fatto che ho fatto tutto alla perfezione, ottenendo il massimo ottenibile e sbaragliando la concorrenza a punteggio pieno. È la prima volta che arrivo primo (in questo caso su seicentosessantatré persone). In origine non volevo neanche menarmela ma la mia amica Genietta dice che bisogna festeggiare i piccoli traguardi raggiunti e allora eccomi qua ad essere orgoglioso di me stesso e del mio 90 su 90, più 3 per titoli aggiuntivi. Eccomi qua, alla vigilia di questa nuova avventura che mi impegnerà per i miei prossimi cinque anni, ad aggrapparmi ad un nuovo sogno sgangherato e a provare a realizzarlo. È sempre dura ricominciare, buttarsi tutto alle spalle e questa volta lo è più delle altre. So che sono incosciente e che forse mi sto buttando la zappa sui piedi, ma voglio provare a realizzare un qualcosa tutto mio, un qualcosa di cui essere orgoglioso e soddisfatto. Certo, se avessi la famosa sfera di cristallo la consulterei prima di scegliere se buttarmi o meno a capofitto in questa avventura con tratti donchisciotteschi e boccacceschi. So che ormai sono vecchio e che questa è l'ultima chance che mi concedo, probabilmente è l'idea più scema che abbia mai partorito in vita mia. Ho un po' d'ansia e di paura allo stesso tempo perché ho sempre il dubbio che non sia la mia strada, la strada giusta per me, quella che mi porterà non dico alla Felicità con la effe maiuscola ma quanto meno a quella felicità minima umanamente accettabile. In pratica mi fermo ad investire su di me, sperando poi di riuscire almeno ad essere soddisfatto nell'ambito professionale, che poi è l'unico che mi rimane visto che il resto è svanito per sempre. Certo la crisi economica persistente, questo paese che mi discrimina in quanto giovane, in quanto disoccupato, in quanto brutto, in quanto gay, ecc.; alimenta le mie ansie e le mie paure, per non parlare delle domande. Domande tipo: e se lungo il percorso mi perdo un'occasione, un'opportunità? Non voglio pensarci, almeno non ora. Ora è il tempo di festeggiare anche se sono ancora disoccupato. È tempo di voltare pagina, di nascondere tutto quello che mi fa male sotto il tappeto, sperando di dimenticare. È tempo di autoconvincersi che da soli ci si può bastare, anche se sai benissimo che non è vero ma si muore un po' per poter vivere, o quantomeno cercare di sopravvivere con un minimo di dignità.


Ad Maiora!


We'll do it all
Everything
On our own

We don't need
Anything
Or anyone

If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
And just forget the world?

I don't quite know
How to say
How I feel

Those three words
Are said too much
They're not enough

If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
And just forget the world?

Forget what we're told
Before we get too old
Show me a garden
That's bursting into life

Let's waste time
Chasing cars
Around our heads

I need your grace
To remind me
To find my own

If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
And just forget the world?

Forget what we're told
Before we get too old
Show me a garden
That's bursting into life

All that I am
All that I ever was
Is here in your perfect eyes
They're all I can see

I don't know where
Confused about how as well
Just know that these things
Will never change for us at all

If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
And just forget the world?

Snow Patrol (Chasing Cars - Album: Eyes Open - Anno: 2006)


martedì 10 settembre 2013

Quando fare del proprio meglio non basta più


Si arriva ad un punto della vita, 
in cui limitarsi a provarci, a fare del proprio meglio,
non è più sufficiente.
In un certo qual senso, diventa pure inutile
se non si raggiunge l'obiettivo prefissato,
perché né aggiunge e né toglie qualcosa a quello che si è già.

Ecco, io sono arrivato a quel punto:
ne ho collezionato tanti e di diversi tipi.
Ora non mi basta più fare del mio meglio.
Ho bisogno di riuscirci e basta.

Per una volta nella vita, 
vorrei riuscire ad essere completamente soddisfatto di me stesso
e del risultato ottenuto, 
invece di dovermi limitare ad accontentarmi di aver fatto solo del mio meglio.

Che me ne faccio dell'aver fatto del mio meglio 
se non realizzo quanto mi sono prefissato?

Molto probabilmente, anche questa volta, 
sarò costretto ad accontentarmi di aver fatto del mio meglio.
Già mi rode perché
si allunga l'inutile collezione dell'averci provato.
Praticamente nel mio caso è la consolazione dello sfigato perdente 
che si auto-assolve dall'ennesimo fallimento.

D'altronde, quando uno è scemo e non sa far niente,
i risultati non possono che essere questi.

Fallimenti su fallimenti, 
che non fanno altro che aumentare la mia insoddisfazione
e la mia inadeguatezza.

Mi arrabbierei se avessi la forza per farlo.


Ashram (Il Mostro - Album: Shining Silver Skies - Anno: 2006)

mercoledì 4 settembre 2013

Migrazioni


Ho cancellato tre quarti della mia rubrica telefonica, complice il fatto che anch'io sono ho capitolato ed ho acquistato uno smartphone, più per caso (complice un forte sconto dovuto ad una permuta insperata) che per reale necessità. Ho cancellato uno dopo l'altro i numeri e i nomi sbiaditi nella memoria di persone entrate ed uscite dalla mia vita, neanche fossi un albergo in cui alloggiano i commessi viaggiatori. Per alcuni è stato semplicissimo: rientravano in un do ut des più o meno reciproco, ma di sicuro consapevole. Per altri è stato semplice: tutto quello che avevamo da dirci era già stato detto da tempo e ormai neanche il silenzio aveva più alcun significato tra di noi. Per altri ancora è stato duro: qui rientrano le persone a cui ho voluto bene e che credevo mie amiche, ma per motivi vari hanno scelto strade diverse dalla mia, e quelli che in un certo qual modo mi hanno "tradito" e ai quali ingenuamente avevo riposto la mia fiducia. Faceva male, ma adesso non più. Per alcuni pochi è solo una cancellazione momentanea perché potrebbe capitare che il futuro ci riservi delle sorprese e si riprenda normalmente da dove ci si era lasciati perché ci sono ancora altre cose da dirsi. Ma per la maggior parte di loro, invece, è un NO. Non c'è più posto per gli approfittatori e per chi sbagliando ho creduto fossero miei amici. Tra gli altri ho cancellato anche M. e Colla Attack. Il primo perché ormai siamo quasi due perfetti estranei, perché non lo avrei chiamato né ora e né mai, neanche sotto tortura, e perché semplicemente non saprei cosa dirgli al di là di un buongiorno-buonanotte-buonasera e di un anaffettivo ma cortese come stai? chiesto più per buona educazione che per reale interesse nei suoi confronti, motivo per cui mi astengo dal fare telefonate di cortesia tendenti all'ipocrisia. La seconda, invece, perché non credo che la psicopatica tornerà all'attacco e sì, insomma, penso che avrà già una vittima su cui affilare le sue unghie malate e quella vittima non sono io. Nel rimanente quarto dei numeri salvati, c'è un po' di tutto: da quelli a cui voglio bene e non potrei farne a meno, a quelli utili di cui non posso fare a meno, passando per quelli a cui è doveroso dare il beneficio del dubbio e offrire un'opportunità.
Non ho cancellato il numero di Raggio di Sole perché un po' ci spero che si possa essere ancora amici come prima, con serenità e piacere di raccontarsi; un po' per lo stesso motivo per cui non ho cancellato e ancora conservo tutti i nostri sms nel vecchio cellulare con lo sportellino rotto, che sta sempre aperto e che ho riparato alla bella e meglio con un elastico verde speranza. Quelli forse li potrei e dovrei cancellare, ma l'ho amato e gli ho voluto bene sul serio. Farlo sarebbe farmi violenza e allora per il momento è meglio lasciar fare all'obsolescenza della tecnologia: io non sono pronto a farlo, anche se ormai ho realizzato da tempo che più che amici non si può essere nient'altro. A pensarci bene è un po' una contraddizione perché non credo che avrò mai il coraggio di chiamarlo, non perché l'abbia dimenticato o non senta il bisogno di chiedergli come sta e di aggiornarmi un po': mi farebbe veramente piacere farlo. Più che altro ho paura che possa fraintendere e/o fargli del male involontariamente. Insomma le buone intenzioni ci sono tutte, dalla a  alla zeta, ma già mi è capitato di fargli involontariamente del male in passato, combinando casini stratosferici, in più ho un carattere istintivo di merda, giusto per usare un eufemismo-francesismo. E poi diciamolo, a  me girerebbero stratosfericamente se un innamorato perso e respinto del mio fidanzato lo chiamasse, anche solo per amicizia, ergo anche per rispetto verso il suo ragazzo non mi sembra educato farlo. Allora desisto e mi limito a pensarlo con piacere e con affetto. Amen, se anche così facendo sto sbagliando e mi sto perdendo qualcosa; ma al momento mi sembra la cosa più saggia da fare per il bene di tutti e al diavolo cosa voglio io! Sinceramente mi dispiacerebbe doverlo cancellare come M. per manifesta e sopraggiunta indifferenza reciproca. Forse solo il tempo potrà dirmelo o forse no. Ho cominciato a tagliare i rami secchi sperando di riuscire a superare un altro lungo e indefinito inverno, in attesa di riuscire a fiorire di nuovo, sempre se ne sia ancora capace e sempre se ne sia mai stato capace di farlo in passato.


E volare sopra campi sconfinati puntando a sud,
poi toccare con le ali le tue ali senza andare giù.
Devi credere che al mondo non c'è niente di impossibile.
Se atterri nell'ombra ricorda la luce anche s'è nascosta.
Pensa leggero, come un foglio leggero, 
assecondando anche le curve violente.
Vola leggero su di un foglio leggero, la paura appesantisce la mente. 
Questo lo sai. Lo sai.
E tornare ad osservare le montagne che si immergono,
in un attimo planare sulle cime dove nascono
 fiumi limpidi allenati su un percorso inesauribile.
Se resti nell'ombra rispetta la luce anche se è nascosta
Pensa leggero, come un foglio leggero, 
assecondando anche le curve violente.
Vola leggero su di un foglio leggero, la paura appesantisce la mente, 
questo lo sai, lo sai.
Se ti perdi ancora nei dettagli, allontanati dal tuo sentiero.
La distanza spesso può aiutarti a capire ciò che serve davvero. 
Pensa leggero, come un foglio leggero, 
assecondando anche le curve violente.
Vola leggero su di un foglio leggero, la paura appesantisce la mente.
Torna leggero su di un foglio leggero e non voltarti indietro mai, lo sai.
E volare sopra campi sconfinati puntando a sud.

Cristina Donà (Migrazioni - Album: La quinta stagione - Anno: 2007)