sabato 15 febbraio 2014

Se l'amore diventa una camera a gas


Questo amore è una camera a gas, un palazzo che brucia in città, questo amore è una lama sottile... così cantava Gianna Nannini scalando le classifiche di vendita nel 1984. Quando ero piccolo, non ho mai capito fino in fondo cosa volesse dire: sì, insomma, come si fa a paragonare l'Amore ad una camera a gas o ad un palazzo che brucia o ad una lama? Eppure... quanta saggezza in una frase orecchiabile, con una musica accattivante. Oggi è san Valentino, la festa degli innamorati, di chi crede nell'Amore con la A maiuscola, di chi non ci crede ormai più e del consumismo ad esso collegato.
Oggi ho imparato ad amarmi un po' di più e questo lo devo a quella patacca di RdS che tramuterei volentieri nell'acronimo CdP, ossia Coda di Paglia, anche se prima di impararlo mi sono sorbito una forte dose di sensi di colpa, con al seguito una marea di dubbi legati a me stesso, al non sapermi rapportare agli altri, al mio sogno di diventare un insegnante. Ho avuto un attimo in cui mi sono sentito marcio dentro fino al midollo, in cui ho pensato di essere un piccolo untore di malvagità e marciume pronto a contaminare gli altri; ho pensato seriamente di mollare tutto e di rinchiudermi in un ospedale psichiatrico e buttar via la chiave per evitare di nuocere agli altri. Tutto è nato per caso, mentre facevo una pausa dallo studio, ho fatto un giro su facebook e leggevo una pagina di un gruppo italiano di militanza gay e sotto un post mi cade l'occhio sul commento di una persona la quale afferma gioiosamente: "E doppi auguri per me: oltre che San Valentino è anche il nostro terzo anniversario di fidanzamento!". Nulla di strano, son sempre belle queste dichiarazioni genuine d'amore, solo che si tratta di CdP (Coda di Paglia) alias RdS, e a me i conti non tornano. Non tornano perché ricordo esattamente quando mi ha detto che si era fidanzato ossia il 25 maggio del 2012. Praticamente ha aspettato più di un anno per dirmelo, sempre se la matematica non è un'opinione, invece dei più comprensibili pochi mesi. Per carità, non siamo mai stati insieme, è sempre stato liberissimo di fare quel che vuole anche perché non era legato a me da niente; sapeva quali fossero i miei sentimenti che gli ho ribadito più volte, ma lui si è sempre trincerato o dietro il silenzio o dietro spiegazioni che non erano mai un NO deciso, ma un NI, ossia né No e né Sì; lasciando sempre quella porta socchiusa e alla quale mi aggrappavo con tutte le mie forze. Sapeva anche che stavo facendo del mio meglio per riuscire a cercare un lavoro che mi permettesse di trasferirmi dalle sue parti per vedere se ci fosse della chimica-fisica tra di noi. Ovviamente, se non fosse funzionato pazienza e ognuno per la sua strada, però almeno avevo tentato, avevo dato una chance al mio cuore. Avrò il diritto di rimanerci male dopo aver letto ciò? O anche ciò rientra nel farmi sentire spregevole, svitato e marcio? Così, ho scritto questo status di getto:

Grazie per avermi umiliato e per esserti preso gioco dei miei sentimenti, almeno ti sei divertito abbastanza nel farlo?

Non mi aspettavo niente e invece pochi minuti dopo mi ha contatto in maniera aggressiva senza salutare e senza niente; facendomi sentire la persona più stupida e più orrenda della faccia della terra. Non ho avuto il distacco necessario per parlarci, ne ha approfittato per fornirmi la sua verità, cioè che erano tre anni che l'aveva conosciuto e che poteva contarli come gli piaceva. Ha mollato la conversazione accusando i miei toni offensivi e aggressivi. Mi ha fatto sentire profondamente in colpa, tant'è che mi sono scusato. Al che ho scritto questo status che rappresenta al meglio come mi sono sentito:

E niente alla fine passo sempre per lo stronzo di turno perché fraintendo tutto, poi la conversazione muore lì. Rimangono solo i miei sensi di colpa e l'inadeguatezza per aver fatto del male ad una persona a cui tengo. Se non so gestire ciò, incomincio a dubitare di essere capace di gestire una classe di marmocchi. Forse è il caso che mi ritiri dall'università e mi vada a chiudere in un ospedale psichiatrico. — :-( colpevole. 

Riflettendoci a mente fredda, ho realizzato che non eri tu la persona che credevo tu fossi, quella di cui mi sono innamorato e che ancora prima stimavo più di tutti. Hai fatto leva ancora una volta sulle mie debolezze, hai usato l'esperienza e il tuo dono che è quello di saper usare le parole e ciò ti dà potere. Non ti accuso di niente, non ti ritengo colpevole di nulla, né ti ritengo orribile, cerco solo di capire come ho fatto a concederti il potere di farmi sentire in colpa, marcio e inadeguato nel sostenere una conversazione tanto da pensare di essere instabile da dovermi rinchiudere in un manicomio e far gettare la chiave perché se sono spostato di mente non è il caso di insegnare ai bambini, quelli che cambieranno il futuro.

Scrivo questo post per chiarirmi le idee e appuntarmi ciò come promemoria affinché non mi accada più di dubitare pesantemente di me stesso, poi forse capirai gli errori che hai fatto con me: mi hai sottovalutato, non mi hai mai capito fino in fondo e forse ti scuserai.

1) Se rileggi la conversazione di oggi ti accorgerai che il tuo modo di approcciarti non è stato per nulla conciliante, ma aggressivo e non hai dubitato neanche un po' che mi rivolgessi a te e se così non fosse stato? Come te la saresti cavata?
2) Non ti accuso di niente e né ti do la colpa di qualcosa, né mai l'ho fatto e se ti ostini a vedere ciò significa che non solo non mi hai mai capito, ma mi sottovaluti di brutto pensando male di me.
3) "non mi piace chi perde il controllo per la rabbia, al punto da diventare offensivo." Concordo con te, ma allora perché con me hai usato queste espressioni: "Mi sa che non sai contare sul calendario allora" "tu hai le traveggole davvero", non sono offensive?
4) Il tuo scattare come una molla e sulla difensiva avalla in me l'idea che non hai la coscienza propriamente pulita, altrimenti perché prendertela così tanto? Quando nei commenti sul blog degli anonimi m'hanno dato dello sfigato, ne ho riso perché sapevo che quel termine lì non era vero nel contesto in cui era stato detto, ma solo un modo bimbominKiesco per contestare un post con cui non concordavano.
5) "Oh, se poi odiarmi ti fa star meglio, se ti solleva scaricare su di me la responsabilità delle tue vicende personali fai pure, eh? Io ho sofferto per averti deluso, ora mi chiedo se era il caso." Questa frase è il top che mi devasta e mi lascia inerme. Io non ti odio e non ti ho mai odiato, non ho mai scaricato su di te le mie vicende personali e fra le altre cose la mia vita sta risalendo e potrei anche azzardarmi a dire che forse riuscirò anch'io a sentirmi Felice con la effe maiuscola prima o poi. Proprio non capisci cosa mi fa imbestialire e cosa continua a deludermi di te. Mi delude la tua mancanza di sincerità, di come ti aggrappi al tuo linguaggio forbito e al tuo potere sulle parole per divincolarti da ogni situazione e se poi una volta vieni messo alle strette chiudi la conversazione e ciao. Sul serio pensi che non avrei capito se mi avessi dato l'opportunità di farlo? Odio anche il tuo trincerarti dietro il silenzio che mi ha sempre destabilizzato. Come sempre i tuoi sospesi "poi ti spiegherò", "poi ti racconterò" e affini che mi lasciavano sospeso perché non arrivavano mai alla fine e mai chiariti. Il bello è che di alcuni sei stato tu di tua spontanea volontà a dirmeli e ciò mi ha lasciato estremamente perplesso.
6) Sul serio mi credi così stupido da bermi la storiella che i 3 anni di anniversario non sono quelli di fidanzamento ma da quando l'hai conosciuto e che quindi ognuno è libero di contarli come vuole? Dai, tu che hai il potere sulle parole, poi mi scivoli su una sciocchezza così?! Non offendiamoci reciprocamente.
7) "Un consiglio: impara a non voler vedere  a tutti i costi il male nelle persone, di sicuro vivrai meglio." Io non voglio vedere il male ad ogni costo nelle persone, anzi con te probabilmente ho esagerato al contrario facendotele passare tutte. Ma seconde te se ti smerdo poi mi sento meglio? Se la tua risposta è sì allora non hai capito proprio niente. Credi che mi piaccia scrivere questo post? Al quale ovviamente so già che non risponderai mai.
8) Non capisco perché mentirmi, ma credi che io sia così marcio che non mi sarei rallegrato per te almeno un anno prima? Ti avrei sostenuto, anche perché avrei apprezzato la tua sincerità e la fiducia che a quanto pare  in realtà non hai mai riposto in me. Hai lasciato che continuassi a provare, raccogliendo sconfitte su sconfitte come se fossero i bollini della spesa per ricevere il servizio scadente di piatti. Ed erano pure doppi perché avevo anche l'amarezza di non riuscire ad avvicinarmi a te e a dimostrarti che facevo sul serio e mica erano parole gettate al vento. Se l'avessi saputo un anno prima, avrei continuato lo stesso a collezionare sconfitte su sconfitte ma almeno erano solo legate al ramo professionale e non anche a quello affettivo. 
9) Più ci penso e più questa mia frase mi sembra fuori luogo: "Hai ragione, sono pure uno stronzo ad averti rovinato questo giorno. Mi dispiace." Perché sono sempre io a chiederti scusa e tu non lo fai mai? Quando ho torto è normale, ma oggi perché te le ho fatte? Non credo tu le meritassi. Sono io che devo farle a me stesso per averti permesso di farmi stare male.

Con ciò non voglio fare la paternale a nessuno, né far sentire qualcuno peggiore per sentirmi io migliore, non ne ho bisogno. Invece devo ricordarmi che è sempre sbagliato permettere agli altri di calpestare i miei sentimenti, così come è sbagliato permettere agli altri di far leva sulle mie debolezze e insicurezze per farmi sentire in colpa. Per poco non gettavo il mio sogno, ciò vuol dire che per me la strada è ancora lunga per diventare una persona più forte e migliore. Quindi, se l'amore diventa una camera a gas è il caso di aprire la finestra e fare uscire il gas, non di perdere fiducia nell'amore.