sabato 25 agosto 2012

Sognare un impossibile sogno


In questi ultimi 3 mesi, ho sempre sperato che fosse tutto un brutto sogno, che prima o poi mi sarei svegliato  da questo incubo. Qualche volta ho pensato che mi fosse successo un incidente, che tutto quello che è successo dopo sia frutto del mio inconscio in coma che, cercando di spaventarmi, prova a farmi svegliare. Vorrei che fosse tutto un brutto sogno o quanto meno uno scherzo di pessimo gusto e spero prima o poi che qualcuno mi dica una frase idiota del tipo: è una candid camera, ci sei cascato in pieno, cretino! Purtroppo non tutto ciò che si desidera corrisponde a ciò che si può avere. So che sono sciocco e che un post del genere non dovrei proprio scriverlo, ma tanto anche se non lo mettessi nero su bianco lo penserei ugualmente, allora tanto vale scriverlo, tanto non credo che Lui lo legga, e poi c'è sempre la speranza che un giorno rileggendolo mi dia del cretino e che mi ci faccia una bella risata sopra. 
Mi sto sforzando di non pensarlo, ma con scarsissimi risultati. Vorrei anche scrivergli, giusto per sapere come sta, visto che non ho sue notizie da un bel po' di tempo ed incomincio ad essere molto preoccupato, ma ho paura che possa fraintendere e che possa involontariamente fargli del male, quindi alla fine rinuncio anche se mi costa non scrivergli. Mi manca. Non dovrei forse neanche scriverlo, ma è così. Mi piacerebbe che fosse tutto come all'inizio, chiacchierare con lui con semplicità del più e del meno, vorrei indietro quella complicità-confidenza che mi manca. Aveva il potere di rasserenarmi, di farmi sentire giusto, forse il termine corretto sarebbe speciale. Non vorrei essere frainteso, ci sono alcuni amici che hanno la capacità di riportarmi con i piedi per terra, di farmi ragionare e di dare ordine al caos che ho in testa; però Lui... Qualche volta penso che sono stato un grande stupido ad aprirgli il mio cuore, magari se avessi taciuto non l'avrei perso del tutto. Purtroppo, quando si tratta di sentimenti non esiste un modo giusto o un modo sbagliato per esprimerli. Questo post mi serve in parte a fare un po' il punto della situazione, a buttare fuori dei pensieri, anche se ammetto di essere ripetitivo, nella speranza di riuscire a capirmi un po' di più. Ecco, se dico che mi preoccupo lo stesso per Lui, passo per deficiente, per malato, per pazzo o per persona normale? Che poi, se ci fosse bisogno di un'attenuante mi preoccupo per tutti quelli che fanno parte della mia vita e che ritengo siano importanti per me. Ecco, Lui è troppo importante per poterlo cancellare con un colpo di spugna, così come non potrei mai odiarlo: è impossibile! Però, devo ammettere che sono una persona orribile perché qualche volta vorrei che ritornasse da me e mi dicesse che ha fatto uno sbaglio e sono io la sua panacea, non l'altro. Quando penso ciò, mi sento pure in colpa come se avessi rubato una felicità che non mi appartiene o gufato e onestamente non mi piacciono questi pensieri sporchi perché vanno contro di me, contro quello che sono Io in realtà. Se tutto fosse semplice e lineare, si risolverebbe tutto in un: vorrei che Lui fosse Felice con Me; ma in realtà c'è un NON prima di con, quindi mi dovrò accontentare che Lui sia Felice con un altro e che io prima o poi lo sia  da solo o in compagnia. Ma poi sono così fuori di testa se sono grato al suo attuale fidanzato perché è riuscito a dargli tutto quello che avrei voluto dargli io ma a quanto pare non ci sono riuscito? L'altro giorno riflettevo un po' più ad ampio raggio e freddamente sono arrivato alla conclusione che visto com'è andato ad escort tutto il resto (dire a puttane non è più politicamente corretto), forse è stato un bene che non mi ami. Insomma, senza che ci giriamo attorno, però onestamente associo al mio nome due aggettivi: fallito e sfigato. Partendo dal presupposto che per Lui voglio solo il meglio, onestamente e oggettivamente io non sono quel meglio. Cosa avrei mai potuto dargli oltre a me stesso e al mio Amore? Niente. N-i-e-n-t-e! Niente! Per un attimo, ho pensato per assurdo se non ci fosse l'altro (a questo punto che sempre sia lodato!), con i miei pessimi risultati raggiunti, come avrei vissuto quest'estate? Doppiamente male, perché mi sarei sentito oltre che un fallito e uno sfigato, anche uno spergiuro e un  inaffidabile. A questo punto, converrete con me che forse è stato meglio così: almeno soffro solo io e amen. 
Non riesco a capacitarmi del fatto che io sia stato così presuntuoso nel pensare che sarei riuscito a cambiare tutto in meglio quest'anno. Non riesco a capacitarmi del fatto che io sia stato così presuntuoso nel credere che poi mi avrebbe amato così, con uno schiocco di dita. Non mi capacito di come sia stato così presuntuoso nel credere non solo nelle mie capacità, ma anche nei miei sentimenti e nelle mie sensazioni. Eppure non mi sono mai sbagliato, questa volta non avevo alcun minimo dubbio in proposito che ho deliberatamente ignorato, non c'era nessuna vocina a dirmi che stavo facendo una cazzata. Ecco, non avevo proprio dubbi. Com'è possibile che mi sia sbagliato? Mi consola il fatto che almeno ormai non sono più un peso per Lui. Ora, cosa mi resta? Non riesco a lasciare andare via questo sogno irrealizzabile e non riesco a smettere di sognare un impossibile sogno. Mi sa che sono un po' un Don Chisciotte senza speranze.


Rêver un impossible rêve
Porter le chagrin des départs
Brûler d'une possible fièvre
Partir où personne ne part
Aimer jusqu'à la déchirure
Aimer, même trop, même mal,
Tenter, sans force et sans armure,
D'atteindre l'inaccessible étoile
Telle est ma quête,
Suivre l'étoile
Peu m'importent mes chances
Peu m'importe le temps
Ou ma désespérance
Et puis lutter toujours
Sans questions ni repos
Se damner
Pour l'or d'un mot d'amour
Je ne sais si je serai ce héros
Mais mon coeur serait tranquille
Et les villes s'éclabousseraient de bleu
Parce qu'un malheureux
Brûle encore, bien qu'ayant tout brûlé
Brûle encore, même trop, même mal
Pour atteindre à s'en écarteler
Pour atteindre l'inaccessible étoile.

Sognare un impossibile sogno
Portare il dolore delle partenze
Bruciare di una possibile febbre
Partire per dove nessuno va
Amare fino alla lacerazione
Amare troppo, amare male
Tentare, senza forza e senza armatura
Di raggiungere l'inaccessibile stella
Questa è la mia ricerca
Seguire la stella
Poco m'importa delle mie possibilità
Poco importa del tempo
O della mia disperazione
E poi lottare sempre
Senza domande né riposo
Dannarsi
Per l'oro di una parola d'amore
Io non so se sarò quell'eroe
Ma il mio cuore sarà tranquillo
E le città si schizzeranno di blu
Perché un disgraziato
Brucia ancora, anche se ha tutto bruciato
Brucia ancora, brucia troppo, brucia male
Per cercare di straziarsi
Per raggiungere l'inaccessibile stella.

Jacques Brel (La quête - Album: L'homme de La Mancha - Anno: 1968) 

martedì 21 agosto 2012

Odi et amo della mia breve vacanza estiva


Elenco disordinato di ciò che ho amato in questa breve vacanza:

  1. la compagnia;
  2. la padrona di casa;
  3. i miei  brevi viaggi in solitario;
  4. l'ospitalità e la cucina emiliana;
  5. la serenità e la leggerezza delle piccole cose;
  6. il borgo medievale di Barga (Bimbozzo, se puoi, facci un giro che con la tua macchinetta ci regaleresti delle belle magie poetiche);
  7. la vista dal convento di Barga dalla finestra con sopra lo stemma;
  8. l'aria fresca del mattino presto e della sera tardi;
  9. le risate;
  10. le chiacchiere;
  11. la crema fritta e la crescentina;
  12. Lucca e Bologna;
  13. Miao Tse-Tung che mi fa le fusa e mi dà il buongiorno saltellando sul davanzale della finestra;
  14. le persone che vanno in bicicletta a Lucca;
  15. la suora ottantunenne che si emoziona mentre ti racconta la storia di san Rocco;
  16. sedersi sull'altalena;
  17. camminare per il borgo medievale col trolley mentre sembra che dalla regia mandino in onda Kutlama di Sezen Aksu:  

Elenco disordinato di ciò che ho odiato in questa breve vacanza:
  1. Trenitalia;
  2. la maleducazione dei viaggiatori di Trenitalia;
  3. le zanzare lucchesi;
  4. parlare al telefono e guidare (fermarsi parlare al cellulare in tranquillità e poi ripartire pare brutto, eh?);
  5. l'inquietante quadro di Benedetto XVI che mi fissava mentre dormivo nella mia stanzetta numero 3 del convento;
  6. la pazza che mi ha fatto una predica non richiesta;
  7. la fiera più scrausa che abbia mai visto in vita mia;
  8. le cubiste più brutte e più incapaci che abbia visto in vita mia, col dj e la serata danzante in piazza per i ccciovani più poveracciata in tutti i sensi insieme agli orridi tatuaggi del cubista che però aveva un paio di addominali con i quali avresti potuto grattare del formaggio, ma che si muoveva con la grazia di un orso ubriaco;
  9. le piccole cose che mi hanno inevitabilmente ricordato il mio piccolo Raggio di Sole (va be' prendetela con le pinze perché se dovessi eliminare tutto ciò che me lo ricorda dovrei eliminare una buona metà di ciò che esiste nel mondo, prima o poi mi passerà);
  10. le vecchie condutture idriche del convento;
  11. la pesantezza della crema fritta (mi sa che però è colpa mia che ne ho mangiata troppo);
  12. il mio gaydar che non ho mica capito se funziona, anche se con due persone ha suonato a mo' di serena di ambulanza e ad una di esse mancavano solo il cartello lampeggiante con le piume e gli strass e comunque c'hai il ragazzo abbarbicati a lui a mo' di koala, tu che puoi;
  13. la pessima colonna sonora in auto al ritorno (alzare il volume del lettore mp3 non è servito a coprire quell'obbrobrio);
  14. i cartelli con su scritto chiusi per ferie;
  15. il ritorno a casa.
Ho fatto il pieno di energie positive, ora tocca a me seminarle, annaffiarle, curarle, farle germogliare, farle crescere e poi raccoglierne i frutti; intanto dalla regia mandano in onda Vianne sets up shop, una delle musiche del film Chocolat, con le musiche di Rachel Portman, che calza a pennello come incentivo a rimboccarsi le maniche:



martedì 14 agosto 2012

Rehab


C'era una volta un Principe, una suora e una coppia di fidanzati... detto così sembra l'incipit di una barzelletta e probabilmente sarà così. Detto ciò, miei cari lettori vi saluto e vi auguro un buon ferragosto domani andrò in montagna (e non c'ho proprio voglia), giovedì parto (e ho già quell'ansia che ti fa saltellare dall'impazienza su una gamba e sull'altra). Vado dalla mia amica E. (sempre sia lodata!) e salvo imprevisti torno a Palazzo domenica sera, a meno che non cambio idea e decida di richiudermi in convento definitivamente. Giusto per la cronaca bazzicherò il secondo monastero in meno di una settimana e il primo era uno di clausura maschile, ma su questa mia visita forse ci scriverò un altro post al mio eventuale ritorno o forse no perché è triste, triste, triste. Come dal titolo parto e vado in Rehab, sperando di riuscire ad incollare i pezzi rotti e per darmi una scossa. Non ho la più pallida idea di quello che mi aspetta ed è giusto che sia così, insomma si prova a fare un salto per vedere se si è ancora capaci di toccare la felicità. Indipendentemente da tutto mi serve uno stop da questo vortice di negatività-depressiva in cui sono piombato. Non spiego nient'altro perché non ho la più pallida idea di quello che mi aspetta, per sicurezza mi porto pure un cv che non si sa mai e si prova ad aprire anche  un po' il cuore, che metti caso passi il principe azzurro mica posso dirgli scusa non mi va, ripassa più tardi perché ancora soffro per RdS! (Va be' tanto son sicuro che darò il due di picche a chiunque non sia RdS. Sì, sono fatto malissimo, senza che disapprovate con la testa perché vi vedo!). Questa è la mia "pazzia" di quest'estate (se non avessi ancora il cuore spezzato non rientrerebbe in una pazzia): sinceramente mi sembra già un traguardo essere riuscito a dire di sì ad un invito per una breve vacanza, indipendentemente dal fatto che avrei voluto cambiare infinite volte idea e declinare l'invito perché non credo di essere dell'umore giusto. Be' che dire, buon ferragosto e fate i bravi se vi va, altrimenti fate i cattivi. Vi abbraccio e bacio tutti. =)


They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no' 
Yes I've been black but when I come back you'll know know know 
I ain't got the time and if my daddy thinks I'm fine 
He's tried to make me go to rehab but I won't go go go 

I'd rather be at home with ray 
I ain't got seventy days 
Cause there's nothing 
There's nothing you can teach me 
That I can't learn from Mr Hathaway 

I didn't get a lot in class 
But I know it don't come in a shot glass 

They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no' 
Yes I've been black but when I come back you'll know know know 
I ain't got the time and if my daddy thinks I'm fine 
He's tried to make me go to rehab but I won't go go go 

The man said 'why do you think you here' 
I said 'I got no idea 
I'm gonna, I'm gonna lose my baby 
so I always keep a bottle near' 
He said 'I just think your depressed, 
this me, yeah baby, and the rest' 

They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no' 
Yes I've been black but when I come back you'll know know know 

I don't ever wanna drink again 
I just ooh I just need a friend 
I'm not gonna spend ten weeks 
have everyone think I'm on the mend 

It's not just my pride 
It's just 'til these tears have dried 

They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no' 
Yes I've been black but when I come back you'll know know know 
I ain't got the time and if my daddy thinks I'm fine 
He's tried to make me go to rehab but I won't go go go

Amy Winehouse (Rehab - Album: Back to black - Anno: 2006)

venerdì 10 agosto 2012

Alfama


È una di quelle notti più buie delle altre.
Non riesco a dormire,
proprio perché c'è troppo buio.

Ho paura di portare nel cuore 
il ritratto di qualcuno che non incontrerò mai. 

Avrei bisogno di... 
Te? 
Me? 
Noi?
Non so.

Nel deserto mi ritrovo a vagare,
in cerca di un'oasi a cui potermi dissetare.

Ecco, avrei bisogno di  un luogo in cui riposarmi e dissetarmi. Togliermi di dosso tutta questa stanchezza, tutto quest'amarezza, tutto questo vuoto, tutta questa solitudine che mi annienta. L'altro giorno mentre guardavo svogliatamente Grey's Anatomy, mi ha colpito questa frase che mi calza a pennello:
È più facile stare da soli: perché se impari che hai bisogno dell'amore, e poi non lo hai, e se ti piace, e ti appoggi ad esso, se fondi la tua vita su di esso e poi... tutto crolla? Potresti sopravvivere ad un dolore del genere? Perdere l'amore è come una lesione fisica, è come morire. L'unica differenza è che la morte è un attimo... e questo? Può andare avanti per sempre.
Quel per sempre mi spaventa. Non mi capacito di come ci sia stato un tempo in cui mi bastavo, in cui c'ero solo io ed io soltanto, di cui prendermi cura e a cui rendere conto. Mi sembra di vagare nel deserto senza meta, col rischio di perdermi e di perdere cose importanti. Mi rendo conto di essere diventato inaffidabile e di non essere in grado di fare qualcosa di costruttivo sia per me che per gli altri.

Alfama è il più antico quartiere di Lisbona, sembra che il suo nome derivi dall'arabo e significhi fontane o bagni, da lì si può guardare l'oceano e ammirare tutta la città. Non sono mai stato a Lisbona. Chissà se lì riuscirei a placare questa mia arsura che mi attanaglia. Non saprei, forse sì, forse no. Non posso fare a meno di pensare alla struggente omonima canzone dei Madredeus, colonna sonora del film di Wim Wenders, Lisbon Story del 1994:


Agora,
que lembro,
As horas ao longo do tempo;
Desejo,
Voltar,
Voltar a ti,
desejo-te encontrar;
Esquecida,
em cada dia que passa,
nunca mais revi a graça
dos teus olhos
que eu amei.
Má sorte,
foi amor que não retive,
e se calhar distrai-me...
- Qualquer coisa que encontrei. 

Madredeus (Alfama - Album: Ainda - Anno: 1995)



Ora che ricordo
le ore nel corso del tempo,
desidero
ritornare,
ritornare da te,
desidero incontrarti.
Dimenticato,
ogni giorno che passa,
mai più rividi la grazia
dei tuoi occhi che amai.
Il mio destino
fu un Amore che non trattenni,
e forse mi ha distratto
qualcosa che ho trovato.


Now,
that I remember
the hours to the long of time
I wish
to come back,
to come back to you.
I wish to find you.
Forgotten
in each day that passes
I never seen the presence
of your eyes that I loved.
Bad luck,
it was love that I did not hold back,
and perphas distracts me
something that I found.

Ps: le traduzioni possono contenere degli errori, abbiate pazienza so' 'gnurante! ma afferratene comunque il testo. Il post non è un granché lo so, ma rispecchia il periodaccio. 



domenica 5 agosto 2012

Questo domani non c'è


Ci sono più di 40°. 
Ci sono più di 40° ed ho freddo. 
Ci sono più di 40°, ho freddo e la pelle d'oca. 
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca e un peso sul petto.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto e mi gira la testa.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa e tremo.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa, tremo e mi manca il respiro.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa, tremo, mi manca il respiro e black out.

Così, senza preavviso. Succede. È buio. Precipito e pur son fermo. Non capisco. Sono assente. Non voglio. Non posso. Non devo. Fa male, troppo male e poi... niente. Non sento niente. Svuotato di tutto, vorrei lasciarmi andare ma non reagisco. Immobile, aspetto che passi, che tutto smetta.

Mi racconto bugie: dico che domani andrà meglio, ma questo domani non ha contorni ben definiti, è sospeso in un non-tempo, in un non-luogo. Questo domani non arriva mai, sembra non esserci. Mi sembra di impazzire eppure non sono ancora impazzito. Ignavo, lascio che tutto mi travolga, lasciandomi portare dalla corrente, augurandomi di annegare al più presto. Non ce la faccio! è un impercettibile sussurro che non si può dire ad alta voce. Sono stanco, tanto stanco, molto stanco.
Non ho più freddo: ora c'è l'afa che mi violenta, mi tortura. Mi tortura proprio lì dove ho smesso. Come Sisifo non ho diritto alla pace eterna.

Dovrei correre, mi farebbe bene farlo. Non ci riesco. All'inizio pensavo che fosse colpa del troppo caldo, ma  la scorsa estate non faceva sempre caldo? Sì, allora la colpa deve essere della pigra indolenza in cui sono piombato. Apatia! Apatia nel vivere, apatia nell'anima, apatia nei sentimenti. Forse è così. Ma mi sembra un po' troppo esagerato perché dipenda tutto solo da ciò. Ci rifletto un po' su, osservo le differenze e poi capisco. La scorsa estate correvo per rendere più sopportabile il silenzio, per rendere l'attesa meno dura, per darmi una ferrea disciplina. Tutto era inserito in un disegno ben preciso, scandiva il tempo, affondavo le mani nella mi forza. Ci credevo. Ora, non c'è più nulla da fare di tutto questo. Mi pesa farlo. Non ho le motivazioni giuste per farlo e poi potrei avere un black out e lasciarmi sbranare da un branco di cani randagi,  mi stuzzica come idea ed è una tentazione troppo forte  al pari di farmi mettere sotto da un tir o da un autobus di linea.

Vorrei avere di nuovo quella sana incoscienza, quella che mi sprona a fare il meglio, a provare a superare i miei limiti, quella che mi offre nuovi occhi e nuovi punti di vista, quella che mi fa sentire vivo.
Invece ho quella stupida, quella che mi porta alla deriva. Mi sento abbandonato, soprattutto da chi era il mio mondo. Il mio mondo non c'è più, ciò mi sta distruggendo. Ora non ho niente. Non so che fare. Mi pesa fingere che vada tutto bene, per questo mi sono chiuso in un castello dai muri invisibili da cui esco raramente. Come la Dama di Shalott guardo la vita da uno specchio, aspettando l'ora in cui mi stancherò e guarderò fuori dalla finestra.


Mi sento un disabile dell'anima. 
Sono un disadattato della vita.