giovedì 28 febbraio 2013

There'll never be a Sun.


Giornate strane, 
giornate ibride, 
giornate brutte,
giornate pessime. 
Continuo a chiedermelo a che pro tutto ciò?
Non vedo la via d'uscita.
Non vedo la luce in fondo al tunnel.
Solo amarezza e dolore,
dolore e amarezza.
Finirà mai questo schifo?
Che sia il caso di porre fine a questo schifo?
Il tempo scorre implacabile,
io sono a pezzi
e sono tanto stanco quanto sfiduciato.
Da un po', tutte le notti sogno di piangere a dirotto,
inconsolabile, senza sosta,
fin quando a furia di piangere,
 non resta più nulla di me
se non le mie lacrime.
Non so che significhi,
ma ora neanche nei miei sogni 
riesco a vedere un arcobaleno, 
figuriamoci il Sole.
Non ci sarà mai il Sole per me.


Rain and tears both I shun, 
for in my heart there'll never be a sun.

venerdì 22 febbraio 2013

To be, or not to be, that is the question


«Essere, o non essere, questo è il problema!» così iniziava il famoso monologo di Amleto, nell'omonima tragedia di Shakespeare. Parafrasando e adattando questa citazione, in questi giorni mi viene spontaneo chiedermi: Farsi usare o non farsi usare, questo è il problema! Tra i vari buoni propositi per quest'anno,  ne avevo formulato uno che pressappoco si riassumeva nell'imparare a dire di NO quand'è giusto rispondere con un no. Per quanto mi sforzi ed è inutile girarci intorno, la mia vita è in una fase di stallo che mi lascia molto insoddisfatto: a fronte di una marea di curricula inviati, al momento ahimè mi giro i pollici perché a quanto pare non servo a nessuno ed è frustrante ammetterlo. La mia vita amorosa è vivace e frizzante come può essere solo un encefalogramma piatto, o per chi non apprezza la metafora diciamo che è vivace come il Mar Morto. A parte uno stupido corso che mi impegna una volta a settimana, aggiungiamoci anche la palestra (che mi rimbalza sul mio fisico a dir poco infelice), per il resto la mia vita è emozionante come può essere quella di un bradipo o di un'ameba. Tutto ciò ovviamente influisce negativamente sul mantenimento del buon proposito che accennavo poco fa. Una delle mie specialità è fare il jolly della situazione, ciò implica che altri fanno i casini e poi tocca a me rimediare ed io non so mai dire di no perché poi alla fine mi sento in colpa e quindi cedo. Questo lo sa bene la mia amica S. che ha una scuola di danza, la quale sapendo che non riesco a dire di no e che in un certo qual senso la danza è il mio primo vero amore, per non dire forse l'unico, mi ha chiesto una mano per il suo saggio di fine anno. Se si trattasse di aiutare semplicemente un'amica, neanche mi porrei il problema perché sarei già lì ad aiutarla; ma cercando di rimanere obiettivi, più che di una mano si tratta di essere sfruttati lavorando gratis. Ad essere onesti, non è poi tanto il lavorare gratis ma la mancanza di onestà intellettuale che va a braccetto con la mancanza di lealtà e sincerità a farmi girare le scatole. In passato, per due suoi spettacoli ho fatto la maschera (ovviamente gratis), per un altro invece dovevo fare il presentatore (e lei sapeva quanto ci tenessi a farlo) ma poi alla fine mi son trovato a fare lo Stregone con un orrido saio marrone e una barba bianca posticcia sia in teatro e sia in piazza (ovviamente gratis). Li ho fatti con piacere perché era un'amica, nessuno mi ha puntato una pistola e avrei potuto tranquillamente dirle di no. Forse ho una visione distorta dell'amicizia, però credo che nel momento del bisogno un amico deve esserci. A me sembra che io ci sia stato quando lei aveva bisogno, ma non mi sembra che io possa dire lo stesso di lei. Quando una nostra amica comune, che insegnava nella sua scuola di danza, l'ha mollata, pensavo che si rivolgesse a me per sostituirla come insegnante e invece non l'ha fatto, scelse una ragazza meno qualificata di me che però è la cugina del suo fidanzato. Alla fine, diciamo che ci poteva anche stare nell'ottica del "prima la famiglia e poi gli amici", sennonché questa ragazza rimane incinta e giustamente per alcuni mesi non può insegnare. Mi sembrava logico che scegliesse me per sostituirla, in fondo sa bene che sono più qualificato della sua attuale insegnante e che non è che sono proprio crudo di danza, in più sapeva benissimo che ero (e sono) alla ricerca disperata di un lavoro. Quel lavoro di pochi mesi mi avrebbe fatto molto comodo, non tanto per una questione economica perché con l'insegnamento della danza non ci si arricchisce di certo, ma avrebbe fatto bene alla mia autostima. Invece, non ha scelto me, non perché non fossi qualificato, anzi lo ero di più della persona da sostituire e della sostituta messe insieme, ma in quanto uomo, le ragazzine si sarebbero sentite a disagio a lavorare con un maschio. Devo aggiungere altro? A parte il fatto che il suo insegnate di hip hop è un uomo, io che avrei dovuto insegnare classico perché non sarei andato bene? Le classi a cui avrei dovuto insegnare avevano un'età tale che persino la più grande di loro poteva tranquillamente essermi figlia. È inutile dire che ci sono rimasto male, in compenso mi "offriva" (con poca convinzione) di fare da autista-accompagnatore delle allieve, posto che non ho accettato perché se non vado bene come insegnante non vedo perché dovrei andare bene come autista, anche perché non è che ami alla follia guidare, ma soprattutto perché avrei dovuto fare da autista anche lungo strade impervie delimitate da dei burroni, insomma non il massimo. Già in precedenza mi aveva illuso perché avrei dovuto fare il partner (pagato) per una sua diplomanda ma poi alla fine non se ne fece niente per non so quale motivo, ma ovviamente non s'è mica degnata di dirmelo subito, però la mia disponibilità l'ha voluta immediatamente. Se avesse voluto, avrebbe potuto prendermi come segretario (anche in nero) ma niente. Dulcis in fundo lei quest'estate si sposa con il mio ex istruttore della palestra e non si è nemmeno degnata di dirmelo, mah! Mi fa incazzare il fatto che per non so quale legge non scritta si dà già per scontato che io l'aiuterò. Ma chiedermi prima la disponibilità pare brutto? Ora, c'è una parte di me che è fermamente convinta a dire NO, perché è ora di smettere di essere usati; ma nello stesso tempo c'è una parte di me che vorrebbe "farsi usare" per sentirsi ancora utile. Non posso negare che salire sul palcoscenico mi dà una forte scarica di adrenalina, mi piace, mi fa sentire vivo, onnipotente e in un certo qual modo bello. So che sembra un paradosso e probabilmente lo è, visto che nella quotidianità sono una persona timida e molto riservata, ma quando salgo sul palco ho come una sensazione di libertà indescrivibile e non mi sento giudicato come avviene nella quotidianità, nonostante ci sia poi un pubblico che giustamente invece giudica. Oddio, il discorso mi sa che è contorto, ma meglio di così non so spiegarlo. Fatto sta che ancora non ho deciso se fare o meno la Bestia nel suo spettacolo: da un lato non voglio incatenarmi in un impegno che non potrei rispettare, dall'altro sarebbe un modo per risalire sul palco, senza dimenticare che dovrei mandare ad escort il mio buon proposito di imparare a dire di NO, quando no è la risposta più logica e più giusta da dare. 

giovedì 14 febbraio 2013

Piccole considerazioni sull'Amore e su san Valentino


Ero un po' titubante  a scrivere queste mie considerazioni perché non vorrei che venissero mal interpretate, ma poi chi se ne frega! il blog è mio, non lo prescrive mica il medico di leggerlo e pazienza se qualcuno traviserà. L'anno scorso pensavo che sarebbe stato il mio ultimo san Valentino da single, un po' lo stesso pensiero che faccio da 32 anni a questa parte, non so per quale motivo o su quali basi poggiasse questo mio pensiero scemo, forse sul fatto che pensavo di riuscirci sul serio, avendo in prospettiva altri dodici mesi, dimenticandomi che sono un caso molto disperato. No, non ho nessuna voglia di scrivere un post depresso, lamentandomi della mia triste e dura sorte, ecc. ma voglio solo cercare dell'obiettività in un campo come l'Amore, anche se in Amore la logica non esiste.
Come ho già detto in passato, non ho mai festeggiato san Valentino: vuoi perché ho avuto pochissime relazioni e per lo più atipiche e di breve durata, vuoi perché ero sempre single in quel giorno, vuoi perché... boh! Ecco, io voglio cercare di capire questo boh! che mi indispettisce, mi pesa e mi fa sentire diverso. Per carità, in un certo qual senso sono orgoglioso della mia diversità però... che palle! Sì, che palle! perché per una volta in vita mia, mi piacerebbe essere normale. Ok, normale non è proprio un termine chiaro e consono, ma usare la parola omologato, al resto del mondo, ha intrinsecamente delle accezioni negative; ma nel mio discorso cercate di non tenerne conto. Sì, insomma; mi piacerebbe essere uguale agli altri con le stesse aspettative, gli stessi cliché e perché no, per una volta anche con quel romanticismo becero, bimbominKioso, stereotipato al punto da sembrare finto come la famiglia tipo del mulino bianco. Insomma, per una volta mi accontenterei anche di quella schifezza di baci perugina tanto biasimati a destra e a manca e che non ho mai ricevuto. Non necessariamente solo a san Valentino, ma anche in questo giorno. Non è che vedo a ribasso ciò in cui credo, anzi, ma mi ritrovo senza alcun gesto d'affetto né di romanticismo come si deve, ma neanche di quel romanticismo che ti fa cascar le braccia. Il punto è che io non ho mai ricevuto niente da nessuno. Non è un po' troppo strano che alla mia veneranda età non ho praticamente nulla? Secondo me sì. Pensandoci bene, non ho neanche uno straccio di pensierino che mi ricordi quelle pochissime e brevissime relazioni atipiche che ho avuto. Perché? Non lo so. So solo che non ho nulla di materiale che attesti che per un attimo sono stato Felice in una dimensione di coppia; ciò mi fa riflettere e mi fa dubitare che un giorno io possa esserne capace. Mettendo da parte il lato materiale-consumistico, ecco, io non ho mai ricevuto un gesto d'affetto, una frase speciale, un bacio particolare,  da chi mi ha voluto bene o quanto meno diceva di volermene. Non uso il termine amare perché nei miei 32 anni, nessuno mi ha mai detto "ti amo" (o neanche per scherzo e ce ne vuole!). Caspiterina, non è poi così difficile pronunciare un "ti amo": io l'ho detto credendoci veramente solo due volte e mezzo in vita mia. Il massimo della trasgressione è stato un "ti voglio bene", gli "anch'io" non li conto perché non hanno senso.  Che significa un "anch'io"? Praticamente niente e diffidate da chi vi risponde solo così. Non è strano? Per me, anche troppo. Riflettendoci un po' su, non ho neanche una foto che testimoni queste relazioni atipiche; ok che non mi sono perso praticamente nulla, ma non è strano? Ok, che qualitativamente parlando hanno avuto un peso e un impatto pari a zero nella mia vita, però boh! trovo tutto ciò un tantino inquietante, sarà forse che più di relazioni si dovrebbe parlare di storielle abortite quasi subito, alle quali non si è sprecato neanche una lacrima da parte di entrambi. Poi ci sono quegli amori non corrisposti ed io modestamente sono un campione e ne ho avuti parecchi, ma Seri con la esse maiuscola sono solo tre. Non ne parlo in questa sede perché ci sono i miei blog (questo e quello vecchio) in cui ne ho parlato fino alla nausea e sarebbe un'inutile ridondanza. Detto fra noi, giusto per darmi la zappa sui piedi, se tornassi indietro solo il primo me lo salterei a piè pari, ed è brutto da dire ma con MG ho sprecato  inutilmente una valanga d'amore e di tempo (otto anni sono otto anni!), mentre con M. e RdS  rifarei tutto ad occhi chiusi anche con la consapevolezza e la certezza che mi avrebbero spezzato il cuore, perché ne è valsa la pena Amarli. Ritornando al motivo per cui scrivo questo post e cioè indagare in quei boh!, c'è una cosa che non capisco e a questo punto non capirò mai: perché non ho mai avuto una relazione tale da poterla vagamente bollare come seria? Oddio, detta così sembra perché non sono serio, la riformulo meglio: perché è così difficile e brutto innamorarsi di me? Sul serio, siamo miliardi e niente manco 'na cottarella, o un ti rivolterei come un calzino, neanche una notte di passione e via, zero su zero, neanche una lettera d'amore, ma neanche un amore platonico verso di me. Ma com'è possibile? Io me lo chiedo e sbarello. Sul serio, non capisco, non ci arrivo. Non capisco cosa sbaglio, ammesso che ci sia uno sbaglio. Partendo dal presupposto che i sentimenti non sono un obbligo e di conseguenza non si può imporre alla gente di amarti solo perché tu vuoi essere amato, vorrei capire cos'è che mi sfugge e che senza troppi giri di parole credo influenzi in maniera negativa la mia vita, danneggiandone la qualità. Sinceramente dopo 32 anni quasi ininterrotti di singletudine, mi sarei anche scocciato di stare da solo e non credo che sia una cosa così brutta non volerlo essere più. Gentilmente risparmiatemi la storiella che anche in coppia ci si può sentire soli perché vi credo sulla parola, ma vi faccio presente che tecnicamente non sono mai stato in coppia e quindi mi è stato negato anche quest'esperienza (che da un lato non ci tengo tanto a sperimentare e mi riferisco al sentirsi da soli quando si è fidanzati). Ora, quello che non capisco è questa maledetta discrepanza. Sì, esiste una grossissima discrepanza e no, non sono paranoico. La discrepanza di cui parlo è costituita da tutti quei feedback positivi che mi ritrovo, ma che ahimè non si concretizzano mai. Suvvia, se avessi avuto una ragazza o un ragazzo per ogni complimento ricevuto, a quest'ora darei ripetizioni a gente come Casanova e Rocco Siffredi. Io mi sarei anche stancato di sentirmi ripetere dagli amici, dai conoscenti e perfino dagli semi-sconosciuti delle belle qualità che ho, di quanto sia fantastico, della persona meravigliosa che sono e di beato chi ti sposa. Francamente me ne infischio direbbe Clark Gable nei panni di Rhett Butler. Mi vien voglia di strapparmi i vestiti e di urlare come un ossesso che mentite tutti, però... mettendo da parte l'emotività, puntando sull'obiettività, qualcosa di buono la devo avere visto che persone diverse mi dicono le medesime cose, un fondo di verità deve esserci per forza, anche se non necessariamente il fatto che lo ripetano persone diverse fa sì che una cosa diventi vera, ma direi plausibile, credo sia possibile. Ora mi chiedo, prendendo per vere queste buone qualità, qualcuno mi spiega perché alla fine sono sempre solo? Se sono così fantastico come mi si dice, perché non c'è la fila? Com'è possibile che da un lato faccio incetta di feedback positivi, mentre dall'altro c'è il deserto a chiedere la mia mano? Ma com'è possibile? Ecco, a me piacerebbe saperlo. Mi piacerebbe che qualcuno me lo spiegasse. Sul serio, a me questa cosa mi fa male, tanto male, e la mia vita ne risente in peggio. Sono convinto che si possa imparare dagli errori, ma la mia inesperienza è tale che ho veramente poco da passare sotto la lente di ingrandimento. Sul serio ho voglia di migliorarmi, di cambiare in meglio, di evolvermi (oddio detto così sembro che sia un pokemon)... Non capisco dove stia l'errore che inficia tutto il mio ragionamento. Se mi si dicesse: guarda migliora qui, sviluppa là; starei come un dannato a lavorarci su, ma così... è un procedere alla cieca! Giuro che se per essere amato occorrerebbe saper fare un triplo salto mortale, starei già in palestra a perfezionarlo e a fare il quadruplo salto mortale. Se bastasse vincere un Nobel, mi impegnerei per vincerlo e lo vincerei; idem per l'Oscar o chissà che cosa. Ma ditemelo! Cosa diavolo devo fare perché qualcuno mi ami? Cosa diavolo devo fare affinché qualcuno voglia passare il resto della propria vita con me? Ok, se non il resto della propria vita, almeno un po' di tempo con me; a questo punto mi va bene anche una notte di folle passione. Se sono fantastico come mi si dice, perché alla fine nessuno sceglie me? A me tutto ciò fa male. Vi prego risparmiatevi la tiritera del tempo e che ancora non ho trovato la persona giusta: ora come ora vi sbrano non appena finite di dirlo. Anzi, turandomi il naso, aggiungo: 'ndo cazzo sta la persona sbagliata? Sul serio, passi che non ho trovato ancora la persona giusta, ma neanche una sbagliata? È un insulto alla mia intelligenza e alla mia stupidità! Ma com'è possibile? Non è strano?
Poi ci sono quelli che idealizzano il principe Kamar, ma che se ne sbattono alla grande di Francesco, dimenticandosi che siamo la stessa persona. Non è che il principe Kamar è migliore di Francesco o viceversa. Non è che siamo due entità distinte. Il principe Kamar è Francesco, Francesco è il principe Kamar. Quando scrivo e racconto le mie emozioni, i miei pensieri, i miei ricordi sono i miei, non di un'entità astratta. Il fatto che usi un nickname paradossalmente serve solo a distinguermi e ad essere unico. In pratica potrei tranquillamente scrivere i post con nome e cognome che tanto non cambierebbe nulla. Il nickname è più per una questione di privacy (degli altri che della mia). Eppure, mi lascia l'amaro in bocca leggere delle mail oscure dove si idealizza a tal punto il principe Kamar che viene rivestito di meriti che non ha mai avuto, di qualità che non ha e addirittura qualcuno gli attribuisce una storia, una vita che non esiste. Ci posso rimanere malissimo? Il bello è che poi si preferisce quest'immagine idealizzata distante anni luce da me, al sottoscritto, mi possono girare le scatole? Mi possono girare le scatole visto che non appena abbasso un po' le barriere la gente sparisce manco avessi la peste? Insomma volete capirlo che non sono un romanzo di Pirandello? È come se l'Amore mi rimbalzasse. Non riesco a spiegarlo. Non riesco neanche a capire come devo muovermi. Io sono stufo di aspettare. Aspettare cosa non lo so, a questo punto. Ho provato a cercare l'Amore, ma niente. Allora, ho provato a non cercare, aspettando di essere trovato, ma niente lo stesso. Ho tanto Amore da dare ma nessuno che lo vuole. Tutto questo mio Amore che nessuno vuole, mi sta seppellendo. È sbagliato volere una risposta che estirpi il mio starci male? È sbagliato non voler essere più solo? È sbagliato volere qualcuno che mi ami sul serio?  
Forse sono troppo choosy perché sono legato ad un ideale romantico démodé, ma mi piacerebbe che la mia prima volta con un uomo fosse qualcosa di indimenticabile, così come il mio primo bacio con un uomo fosse speciale; che dietro entrambi ci sia qualcosa di più. Io per quanto mi sforzi non riesco a ricordarmi con chi, come, dove e quando è successo con una ragazza, tant'è che a volte dubito di averlo fatto veramente. Eppure sono più di una di sicuro, anche se non tantissime di sicuro. Credo di aver avuto 16 o 17 anni, ma non ne sono sicuro: ho rimosso tutto. Di solito quando rimuovo un ricordo è perché non era un granché, di sicuro non credo che mi sia piaciuto fino in fondo. Se dico che associo quei vaghi ricordi che ho del sesso alla fretta passo per sfigato? Fretta, perché di volta in volta veniva qualcuno a rompere le scatole, quindi bisognava terminare in fretta. Sarà per questo che sono in astinenza da due lustri (ossia dieci anni)? Cioè che invece di fare del sesso fatto male alla fine ho preferito non farne proprio sperando di rifarmi in futuro? Nei sogni mi piace un sacco, ma nel reale non sono mica tanto sicuro. Non lo so, boh! Forse sono frigido o magari sono asessuale o più semplicemente ho avuto partner di merda (bounjour finesse!). Anche questo mi condiziona parecchio, son confuso. "Confuso" perché sia con M. che  con RdS, se ci fosse stata l'occasione, mi sarebbe sembrato naturale e bello fare l'amore come è naturale bere un bicchiere d'acqua, anzi avrei voluto farlo.  Qualche volta sogno di baciare le labbra di M. e mi do del cretino per non averlo fatto sul serio quando ne ho avuto la possibilità, ma sinceramente pensavo che mi avrebbe baciato lui, visto che ero inesperto e prima di lui non avevo neanche pensato di potermi innamorare di un uomo e di essere attratto sessualmente da uno del mio stesso sesso. Non so, a volte, non avete mai avuto voglia di fare un fascio di tutti i vostri principi, le vostre idee, i vostri sentimenti e poi prendere un cerino e dargli fuoco? Non vi viene voglia di fare del semplice sesso, tanto sesso con gente di cui non ricorderete neanche la faccia, solo per il gusto di placare degli istinti animali? Ecco, a volte mi chiedo se non stia sbagliando ad aspettare l'Uomo Giusto. Magari non esiste ed io mi perdo dietro stupide idee romantiche, dimenticandomi di vivere, perdendomi parte della mia sessualità. Ma poi è così stupido voler incontrare il Grande Amore della propria Vita senza doversi sobbarcare nei mortificanti siti di incontri, ma facendo affidamento alla quotidianità? Per carità nulla contro chi li usa e contro chi è riuscito ad incontrare la propria anima gemella, anzi beati loro, ma io mi conosco e non ne caverei un ragno da un buco. Forse dovrei cedere anch'io e buttarmi nell'ebrezza del sesso sfrenato e libero, decretando ufficialmente la morte di tutto ciò in cui credevo, dicendo addio alle speranze di un Amore tutto mio. Ma se poi me ne pentissi, mica posso tornare indietro e cancellare tutto. Forse ho investito di troppe responsabilità la possibilità di riavere una mia prima volta, un mio primo bacio e gli annessi ricordi, che per dei motivi che mi sfuggono non ho avuto nella mia fase etero. Non lo so. Mi piacerebbe avere delle risposte a tutti i miei dubbi e alle mie domande, mi piacerebbe ancor di più Amare ed essere Amato per quello che sono, essere Felice. Al momento anche la felicità mi rimbalza come l'amore.

A chi ce l'ha fatta a leggere questo lunghissimo post catartico, auguro un buon san Valentino perché l'Amore è sempre bello, coltivatelo, voletevi bene e non smettete mai di Amare. 

Ps: se avete le risposte (o suggerimenti) alle mie domande lasciatemele nei commenti o per mail, perché quest'impasse deve sbrogliarsi assolutamente e possibilmente al più presto che l'età avanza.

Per leggere altre mie considerazioni sul tema, basta cliccare sui link sottostanti (a vostro rischio e pericolo):

  1. Lettera sempre valida al Grande Amore della Mia Vita
  2. I miei auguri di buon San Valentino del 2012
  3. I miei auguri di buon San Valentino del 2011


lunedì 11 febbraio 2013

Carnevale e quella volta che...


  • Avevo 6 anni ed ero orgogliosissimo del mio vestito da piccolo carabiniere che aveva cucito con tanto amore mia madre. Ricordo che a scuola facemmo una piccola festa in maschera, il mio vestito ebbe talmente successo che fui "rapito" da un branco di suore adulanti che mi tennero lontano dal vero cuore della festa:  le lodi mi piacevano ma erano degli adulti, non dei miei coetanei, io volevo solo giocare con gli altri bambini ed essere uno di loro.
  • Sempre quell'anno, c'era il sole e non faceva chissà quanto freddo, passeggiavo con mia madre, mano nella mano, pavoneggiandomi, tirando coriandoli e stelle filanti, finché sul corso principale non fummo circondati da un gruppetto di ragazzini. Oggi li chiameremo bulli, all'epoca forse neanche si conosceva il termine, prima che mia madre riuscisse ad intervenire, una ragazza vestita da gitana, una sbandata di cui anni dopo si sarebbe occupato anche Chi l'ha visto?, mi toccò la faccia con le mani ricoperte di schiuma. Non vedevo più niente, avevo gli occhi rossi e irritati. Ci volle un bel po' affinché mi passasse il bruciore agli occhi, che scherzo del cavolo!
  • Avevo 7 anni, un mio compagno di scuola faceva una festicciola di compleanno e di carnevale. Era la mia prima festa e feci una faticaccia per convincere i miei a darmi il permesso per andarci. Mi accompagnò mio fratello, ero emozionatissimo perché ero molto timido e speravo che, partecipando alla festa, sarei riuscito a rompere il ghiaccio, ad entrare nel gruppo ed essere accettato. Ero l'unico insieme ad un'altra bambina, a non aver fatto l'asilo nella stessa classe degli altri miei compagni, desideravo tanto essere accettato, amato e non sentirmi più fuori luogo. Successe che la festa era stata rinviata di un'ora abbondante perché gli altri bambini partecipavano alle prove per una recita organizzata dalla loro ex insegnate d'asilo che non era la mia. Alcune suore a volte sanno essere veramente crudeli. Risultò che la festa iniziò abbondantemente in ritardo, passai molto tempo con una delle sorelle del festeggiato in attesa degli altri bambini, ero annoiato da morire, non giocammo, avevo fame e la roba era mezza fredda, spiaccicai al massimo un paio di parole, avrei preferito restare a casa a fare i compiti piuttosto che stare lì. Quando venne a prendermi mio fratello fu una liberazione. Se dovevo stare solo tra altri bambini, sarei potuto tranquillamente stare da solo a casa mia. Da allora ho rifiutato categoricamente di andare ad ogni festa di compleanno in cui venivo invitato, tanto alla mia non sarebbero mai venuti essendo il mio nel bel mezzo di Natale e capodanno. Mi convertii molti anni dopo, quando iniziò l'iter dei 18 anni, e dopo lo schifo del mio li ho odiati ancora di più; per fortuna i 18 anni si compiono una volta sola nella vita.
  • Avevo 10 anni, andammo con tutti i parenti da mio zio a D., a vedere una piccola sfilata di carri allegorici. Non li avevo mai visti, era la prima volta e ad esser sinceri non erano nulla di che: un paio di trattori con rimorchio e roba arronzata sopra da sembrar brutti anche ad un bimbo come me. Ero vestito da principe-generale in uniforme bianca, riciclo di un costume di danza. L'adoravo, poi ai piedi avevo delle scarpe da ginnastica bianche con una piccola stella verde ai lati che mi piacevano un sacco. La sfilata era noiosa, ci si divertiva con mio cugino, di un paio d'anni più piccolo, a correre, ma a rimanere sempre insieme; finché un signore mi bloccò e mi fece un discorso strano e imbarazzato. Mi riempiva di complimenti e faceva un discorso senza né capo e né coda. Puntava sulla mia vanità di bambino, ma il mio istinto era in allarme, mi disse più e più volte che assomigliavo a re Vittorio Emanuele II da giovane. Non lo conoscevo, a scuola non eravamo ancora arrivati all'unità d'Italia. Ringraziai  imbarazzato e perplesso perché non capivo che cosa volesse da me quest'estraneo e perché mi dicesse quelle cose. Corsi con mio cugino dai nostri genitori: quel tipo "innocuo" non mi piaceva e aveva uno sguardo strano che all'epoca non capivo. Lo raccontai ridendo a mia madre che si rabbuiò subito, ma non mi fece pesare la cosa. Mi disse soltanto che c'era troppa folla, stava per fare buio ed era meglio stare vicino a lei perché tra un po' sarebbe finita la sfilata. Mi accorsi che c'era qualcosa che non andava, ma ingenuamente pensai di aver combinato inavvertitamente qualche guaio e mi imbarazzava. Tornato a casa cercai un'immagine del re, quando la vidi ne rimasi deluso perché era bruttissimo e poi perché non gli assomigliavo per niente. Solo molti anni dopo ho realizzato che il mio istinto di correre mi ha molto probabilmente salvato. Non l'ho mai raccontato a nessuno, tranne a RdS perché di lui mi fidavo, ma un segreto non è più segreto se lo racconti a qualcuno.
  • Facevo la terza media, avevo arronzato un vestito da pirata, nulla di che e solo per un paio d'ore tanto per passare il tempo e far felice un paio di persone. Ricordo che quell'acida zitella della professoressa di matematica ci apostrofò con una frase stupida e sessista: le ragazze sono serie perché non si travestono, voi maschi siete degli immaturi solo perché vi siete travestiti a carnevale. Un vaffanculo tardivo glielo mando ora. Non so perché ma mi ricorda i discorsi di chi è contrario ai gay pride e li bolla come carnevalate. Mah!
  • Al primo superiore, mi costrinsero a travestirmi da mafioso. Che vergogna! Passai tutta la giornata a nascondermi e a non farmi riconoscere, perché se qualcuno l'avesse fatto sarei morto di vergogna. È stata l'ultima volta che mi sono mascherato: già ogni giorno si è costretti a portare una maschera, che senso ha mettere una maschera su di una maschera? Non mi piaceva, non aveva più senso.
  • Avevo 24 anni, ero sopravvissuto al mio inferno e mi portavo dietro tutte le mie cicatrici. Faceva freddo, tanto freddo, mi sentivo solo, mi sentivo in fondo una grossa delusione per chi mi circondava, mi sentivo troppo vecchio per continuare ad inseguire il mio sogno, non avevo più fiducia nelle mie capacità e poi odi(av)o troppo il mio corpo imperfetto che non mi permetteva di raggiungerlo al meglio e al livello che volevo io. Non mi sentivo abbastanza incoraggiato. Ho semplicemente avuto paura e non mi sono buttato, il senso del dovere per gli impegni presi in precedenza ha fatto il resto. Mi sono lasciato scappare la possibilità di cambiare completamente la mia vita e di provare a realizzare un sogno. Non so se ci sarei riuscito e non lo saprò mai. Ho rinunciato ad una borsa di studio parziale a Roma, perché non volevo pesare troppo economicamente sulle spalle dei miei, avevo l'università anche se ero iscritto ad un corso che non mi piaceva, non avevo mai lasciato qualcosa a metà, e perché mi sono fidato ancora una volta dei consigli di chi avrebbe dovuto volere il mio bene e invece perseguiva il proprio. Essere ingenui si paga a caro prezzo e modestamente il mio è stato molto alto, anche troppo. Certo l'appoggio in ritardo di un paio d'anni dei miei mi ha fatto molto male, a me serviva subito e non dopo che era già passato il treno. Partecipai, invece, ad una stupida sfilata carnevalesca in abito tradizionale arbëreshë ballando nelle strade. Che ironia danze gioiose e di vita fuori, danze di morte dentro il mio cuore... troppo ingenuo, troppo stupido per capire subito di aver perso la mia prima Occasione. La seconda l'ho persa quasi 9 mesi fa e ormai credo che non ci sia più nulla che non mi sia già stato fatto.
  • Era il Carnevale del 2006, ero tornato felice dall'università perché mi ero iscritto ad un corso base di russo, ingenuamente mi sarebbe piaciuto usufruire del patto bilaterale della mia università con una russa e conseguire una doppia laurea. Fui io a rispondere al telefono, ad interagire con quella voce anonima e sconosciuta portatrice di cattive notizie. Ricordo il pianto straziante e interrotto di mia madre quando le riferii la notizia. Ricordo che repressi tutte le mie emozioni e diventai una macchina efficiente, non potevo permettermi il lusso di cedere, dovevo essere io quello forte, non c'era tempo per avere paura ed essere preoccupato. Ricordo poi il viaggio in autostrada con mio padre, mentre ci precipitavamo all'ospedale di T.A., con la mia macchina nuova. Ricordo quel silenzio tacito, quello che non ha bisogno di parole per capirsi perché i gesti sono sufficienti. Mai come quella volta sono stato unito con mio padre. Per fortuna si risolse tutto, ma ancora oggi ricordo le sue parole che ripeteva come un mantra per rassicurarmi e rassicurarsi: più buio di mezzanotte non può succederci niente.

mercoledì 6 febbraio 2013

Sunshine Awards


Capita all'improvviso di essere inondati di luce e di essere insignito di un prestigioso premio. Questa volta si tratta del Sunshine Awards, un riconoscimento col quale si vuole premiare i blogger che ci hanno emozionato, ci hanno fatto ridere e perché no anche piangere. Ringrazio Rafaele per avermi dato questo riconoscimento, giuro che appena l'ho ricevuto la mia reazione è stata questa qui:


Ho passato i primi dieci minuti ad esercitarmi a salutare con la manina i miei fan e a firmare autografi. Comunque se non avete visto il film Little Miss Sunshine, non sapete che perla vi siete persi, dovete immediatamente recuperarlo: non ve ne pentirete. Ma bando alle ciance e passiamo ad elencare le regole del premio:

1) Scrivere un post dedicato al premio
2) Taggare i blog che desidero
3) Rispondere alle domande collegate al premio

Ho già scritto il post dedicato al premio, passo dunque a taggare i blog meritevoli (sorry Febo e Zeno ma Rafa vi ha già nominati) e che spero non abbiano già ricevuto il premio, ovviamente anche tu lettore che mi stai leggendo sei stato a tua volta taggato e puoi farlo tranquillamente già solo per il fatto che mi leggi e leggi le scemenza che scrivo ti meriti questo premio. Se non hai un blog, scrivilo nei commenti che li aggiungo a questo post. Vorrei nominare anche te mio fedele lettore di Buenos Aires che mi stai mettendo addosso una curiosità pazzesca, perciò palesati sempre se ti va.
Nomino (e di sicuro dimenticherò qualcuno, quindi i non nominati perdonatemi):
  • Velia perché mi piace come scrive, come pensa e come agisce;
  • Chagall perché condividiamo lo stesso mondo: la passione per le fiabe, la buona musica e il suo blog mi piace da impazzire;
  • Still perché spero si degni a rimettere in moto il blog;
  • Jimi-Miky Paradise perché già solo il suo TonnoPensiero vale il premio;
  • Max Lupotto perché ho un debole per i lupacchiotti coccolosi;
  • Edgar perché il suo racconto di come nasce una storia d'amore  Di Marco e di quella volta che mi ha emozionato tantissimo;
  • Amoon perché sta prendendo in mano le redini della sua vita e faccio il tifo per lui;
  • Jay perché riesce sempre ad emozionarmi e a farmi ridere;
  • Roberto perché è una persona meravigliosa;
  • MirkoS perché è una persona stupenda sotto ogni aspetto che mi piacerebbe conoscere meglio e poi è il mio twitter-marito (ancora per poco perché prima o poi me lo sposo sul serio, magari qui in Italia Vaticano scassapalle permettendo).
Passiamo all'ultimo punto e cioè al rispondere alle domande collegate al premio:
Colore preferito? Blu, azzurro e le loro varianti anche se in genere amo molto i colori pastello.
Animale preferito? Gatto, anzi ultimamente mi identifico molto nella mia gattina che si è innamorata di un galletto e non ho il coraggio di dirle che forse quest'amore è molto a senso unico, però quello stronzetto del galletto ama le sue attenzioni.
Drink analcolico preferito? Boh! Direi tè freddo, giusto perché sono un teinomane.
La mia passione? La danza in tutte le sue forme, l'arte, i libri e l'Amore in tutte le sue forme.
Numero preferito? 17.
Preferisci Facebook o Twitter? Twitter, senza ombra di dubbio: ha meno fronzoli.
Ricevere o fare regali? Entrambi: mi piace sia farli che riceverli.
Modello/a preferita? Boh! Va bene se rispondo con il mio amato e sempre sia lodato Colton Ford?
Giorno preferito della settimana? Non ho un giorno preferito, ma opterei per il venerdì.
Fiore preferito? Amo tutti i fiori, soprattutto quelli colorati e profumati, comunque di fronte alla rose cedo sempre.
Quante sono le tue ore di sonno ideali? Circa 7, se non si ha con chi condividere il letto non ha senso dormire di più.
Cosa ti fa arrabbiare più di ogni altra cosa? Le promesse non mantenute, le menzogne, l'ipocrisia, l'egocentrismo esasperato e la mancanza di professionalità.
Credi nel destino? Sì, ma credo anche che ognuno di noi è l'artefice del proprio destino.
Piatto preferito? La pizza.
Qual è il tuo sogno più grande? Essere felice e realizzato.
Qual è la cosa più importante che vorresti insegnare a tuo figlio? Non ho un figlio e probabilmente non ne avrò mai uno, ma mi piacerebbe insegnargli la bellezza della diversità, perché per fortuna non siamo tutti uguali.
Per cosa vorresti essere ricordato da parenti e amici? Per la sincerità e l'incoscienza ad essa collegata.
Qual è stata o potrebbe essere la tua più grande conquista? Non vergognarmi dei miei sentimenti e del dire ti amo.
Quale parte del tuo corpo reputi "perfetta"? Non tocca a me dirlo, ma penso il cuore. :p
Hai qualche cosa che ti tieni dentro e che non hai il coraggio di esporre a parenti/amici/amanti? Il senso di vuoto, di inutilità, di essere sempre  fuori posto in ogni occasione.
Ti reputi speciale e importante per questo mondo? No: non ho né arte e né parte.

Rilancio con le mie tre domande:
Se potessi tornare indietro e cambiare qualcosa, cosa cambieresti?
Qual è la città che porti nel cuore in cui vorresti vivere?
Quali sono le tre cose che guardi per primo in un uomo?


lunedì 4 febbraio 2013

Acrostici Serali in Agrodolce



Io
Non
Faccio
E
Lascio
Il
Cielo
Emaciato.

                 Certo,
                 Ora
                 Mancano:
                 Energie,

                                 Motivazioni,
                                 Emozioni...

                                                 Non
                                                 Oso
                                                 Nascondere

                                                                 Che
                                                                  '
                                                                 È

                                                                         Dura
                                                                         Arrancare
                                                                         Veloce
                                                                         Vivacchiando
                                                                         E
                                                                         Restando
                                                                         Onesti.


                                                                                             Non
                                                                                             Esiste
                                                                                             Sincerità
                                                                                             Senza
                                                                                             Un
                                                                                             Nitido
                                                                                             Onore.

                                                                                                         Senza
                                                                                                         Tanto
                                                                                                         Amore,
                                                                                                         Sono
                                                                                                         Esiliato,
                                                                                                         Ripetutamente
                                                                                                         Abbandonato.



Ryuichi Sakamoto (Solitude - Album: Tony Takitani - Anno: 2005)

PS: Per chi avesse perso quelli precedenti basta cliccare su: Acrostici Sentimenti in (Dis)Equilibrio

sabato 2 febbraio 2013

Piccole considerazioni su di un'amicizia


Regola Fondamentale per essere una Persona Migliore: 

Non promettere mai ciò che sai già di non poter mantenere in partenza.

Premettendo che gli imprevisti possono capitare a tutti, premettendo anche che ci sia qualcuno a cui gli imprevisti capitino piuttosto spesso rispetto alla media, premettendo che la puntualità non è il tuo forte, premettendo che esistono apparecchi per tenersi in contatto come ad esempio cellulari, telefoni e computer, premettendo che se non vuoi avvertire me, puoi chiamare a scelta tra la Velina Mora, Pink, Miss K, S., B. perché poi la persona che avvertirai farà passaparola con il resto del gruppo; premesso che il 99% delle volte sei irrintracciabile, premesso che anche quella volta che ti siamo venuti incontro e abbiamo spostato tutti i nostri impegni perché ci faceva piacere mangiare una pizza insieme a te, ti sei presentato con quasi due ore di ritardo e c'era persino B. incinta e la Velina Bionda che ancora non sapeva di esserlo... Ora, noi ci conosciamo da circa un anno e due mesi, giusto? Giusto! Abbonandoti tutte le volte che sei arrivato in ritardo, quanti bidoni ci hai rifilato finora? Tantissimi! Infatti, ci hai fatto invocare tutti i santi del mese di giugno, luglio, ottobre, novembre, dicembre e gennaio. Dall'ultimo venerdì prima di Natale, sei assolutamente introvabile. Ora, se le mie amiche sono tolleranti, c'è che io mi sarei rotto anche il cazzo, passatemi il francesismo, di aspettarti. Anche oggi, che sapevi che per vari motivi non saremmo mai più stati tutti insieme, perché ognuno prenderà strade diverse, tutti quanti speravamo che passassi almeno a salutarci per poterci sentire ancora per l'ultima volta un gruppo, e invece il nulla. Giusto per informazione, erano due settimane che contavamo i giorni, aspettando che arrivasse in fretta questo ultimo venerdì per divertirci tutti insieme. Siccome non ce l'ha prescritto il medico di essere amici, siccome la buona educazione a quanto pare è un optional, siccome sono stufo di aspettare in generale (che a conti fatti sono tre anni abbondanti che aspetto di tutto e non arriva niente di bello), non capisco per quale motivo dovrei aspettare anche un "amico" come te. Visto che sei inaffidabile, bugiardo, pressoché assente e non mantieni neanche le promesse e in pratica sei un pessimo amico, non potendo dirtelo di persona perché sei sparito dalla circolazione (cos'è questa volta t'hanno rapito gli alieni?), mi sfogo qui in attesa di dirtelo in faccia quando ci rivedremo se per caso mai ci rivedremo, intanto t'ho già cancellato definitivamente dalla mia vita; perché la mia vita non è mica un albergo con gente che viene e va facendosi i propri porci comodi e lasciandomi così alla mercé dei propri capricci.