mercoledì 24 aprile 2013

Mariage pour tous in Francia, in Italia solo per PD e PdL


Ieri la Francia, con 331 voti favorevoli e 225 contrari, è diventato il 14° stato nel mondo, nonché il nono stato europeo, ad estendere il matrimonio a tutti i suoi cittadini e a tutte le sue cittadine. Non solo, in Francia le coppie formate da persone dello stesso sesso potranno anche adottare, sancendo una parità di diritti che fa del 23 aprile 2013 una data storica per la società francese, un cambiamento così importante non accadeva dal 1981 anno in cui venne abolita completamente la pena di morte. "Soffierà una ventata di allegria sulla Francia", ha detto la ministra della giustizia Christiane Taubira, che si è battuta con passione per il suo testo. Una legge che per lei è "generosa" perché "lotta contro la disuguaglianza" e "protegge migliaia di bambini".

In ordine cronologico, gli stati in cui esiste il matrimonio egualitario sono: 
2001: Paesi Bassi
2003: Belgio
2005: Canada Spagna
2006: Sud Africa
2009: Norvegia e Svezia
2010: Portogallo, Islanda e Argentina
2012: Danimarca
2013: Uruguay, Nuova Zelanda e Francia

Il matrimonio egualitario è legale in nove dei cinquanta stati che formano gli Stati Uniti d'America, più la capitale Washington:
  1. Massachusetts (2004)
  2. Connecticut (2008)
  3. Iowa (2009)
  4. Vermont (2009)
  5. New Hampshire (2010)
  6. Washington D.C. (2010)
  7. New York (2011)
  8. Maine (2012)
  9. Maryland (2012)
  10. Washington (2012)
Inoltre, il matrimonio egualitario è legale in dieci stati su ventisei del Brasile, più il Distretto Federale di Brasilia, la capitale:

  1. Alagoas (2011)
  2. Sergipe (2012)
  3. Espírito Santo (2012)
  4. Bahia (2012)
  5. District fédéral (Brésil) (2012)
  6. Piauí (2012)
  7. São Paulo (2012)
  8. Ceará (2013)
  9. Paraná (2013)
  10. Mato Grosso do Sul (2013)
  11. Rio de Janeiro (2013)
Infine, il matrimonio egualitario è legale dal 2011 a Città del Messico (District fédéral) e nel solo stato di Quintana Roo, sui trentuno stati più il distretto federale che costituiscono il Messico.

Mentre scrivo, vorrei ricordare che:
  1.  il Delaware è alle ultime battute per approvare il matrimonio egualitario, diventando così il decimo stato degli USA a legalizzarlo. Non solo, nei prossimi mesi, si spera nell'abolizione del DOMA (Defense of Marriage Act), legge federale che discrimina vietando al governo federale di considerare le unioni fra persone dello stesso sesso sullo stesso piano del matrimonio ed esula così tutti gli stati della federazione dall'obbligo di riconoscere unioni fra persone dello stesso sesso registrate in altri stati;
  2. il Lussemburgo si accinge a diventare il decimo stato europeo a legalizzare il matrimonio egualitario entro il 2013, intanto è in discussione un progetto di legge per legalizzare le adozioni per le coppie dello stesso sesso, entrambe ad opera del Partito Popolare Cristiano Sociale del primo ministro Jean-Claude Juncker, a dimostrazione che i diritti non hanno colore politico. Comunque, nel granducato esiste già una legislazione che riconosce le coppie di fatto;
  3. il premier conservatore inglese David Cameron, sostiene il matrimonio egualitario e la sua legalizzazione che si prevede avvenga, in Inghilterra e Galles, entro il 2014. In Scozia esiste un disegno di legge analogo, mentre ahimè per l'Irlanda del Nord rimane un tabù e non c'è neanche l'ombra di un eventuale dibattito  in materia;
  4. in Finlandia, dal 2011 le coppie omosessuali sono equiparate nei diritti e doveri alle coppie etero, ma sono in discussione due progetti di legge riguardanti uno l'approvazione del matrimonio egualitario, l'altro un ampliamento delle adozioni omoparentali in quanto attualmente è possibile solo adottare i figli del partner;
  5. Dibattiti sull'introduzione del matrimonio egualitario, che già riconoscono le unioni civili anche fra le persone dello stesso sesso, sono in atto in: Germania, Repubblica Ceca, Svizzera, Irlanda e Colombia.
  6. Israele, Aruba e Antille Olandesi non hanno legalizzato il matrimonio egualitario, ma prevedono il riconoscimento di quelli contratti all'estero.
  7. Michelle Bachelet, già presidente del Cile dal 2006 al 2010,  ha fra i suoi cavalli di battaglia, per le prossime elezioni presidenziali in Cile, proprio l'approvazione del matrimonio egualitario.
  8. Dibattiti parlamentari e/o sociali su proposte di legge in merito e sulle unioni civili sono in atto a: Taiwan, VietnamAustraliaSlovenia, Andorra, Liechtenstein, Ecuador, Albania, AustriaGibilterra e Croazia.
Passi indietro invece per: Ungheria, grazie soprattutto a venti nazionalistici che hanno portato a cambiare in peggio la propria costituzione; Nepal, grazie alla grave crisi politica c'è una forte recrudescenza omofoba che sta facendo fare molti passi indietro a uno di quei paesi asiatici considerati più gay friendly del continente; Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo che hanno messo nero su bianco il no ai matrimoni egualitari nelle proprie costituzioni; strali in tal senso arrivano dalle isole Figi, dalle isole Samoa ed Estonia.

E in Italia a che punto stiamo? Il dibattito per il rinnovamento cavalca l'onda quotidiana investendo tutti i settori della società. Proprio per questo motivo, si è deciso di rieleggere un giovanotto che il prossimo 29 giugno compirà la bellezza di 88 anni e dovrebbe stare in carica per altri sette che parla del vuoto cosmico e che non gliene frega una mazza dei diritti civili. Inoltre, si è deciso di creare un matrimonio di larghe intese tra il Popolo della Libertà e il Partito Democratico morente e sempre più alieno dall'umore dei suoi elettori. Le priorità in Italia sono sempre altre, il matrimonio egualitario non è tra quelle e dal discorso del futuro presidente del consiglio Enrico Letta, un passato da democristiano approdato alla sinistra passando per i popolari con simpatie cielline e sempre pronto ad inciuciare col nemico (ve lo ricordate il pizzino che scrisse a Monti per entrare nel suo governo tecnico?), la crisi economica va in secondo piano subito dopo alle riforme istituzionali come la riduzione dei parlamentari e paradossalmente non si accenna a cambiare l'orrida legge elettorale che di fatto ha reso il paese ingovernabile, che da ignorante avrei messo al primo posto. Ovvio che non riconosco né Giorgio Napolitano e né Enrico Letta, rispettivamente come mio presidente della repubblica e presidente del consiglio, oltre a ritenerli incapaci, non sono persone integerrime e laiche, anzi le ritengo molto protettive nei confronti delle varie lobby siano esse politiche e religiose.
Il perché sia contrario ad Enrico Letta, basta leggere quest'articolo di Alessandro Gilioli e Luca Sappino, che spiega perché sia stato scelto proprio lui per formare un governo di larghe intese voluto solo dalla maggioranza della vecchia classe politica e non di certo dagli italiani; se non vi bastasse vi rimando a quest'intervista di Gay.it , con l'accortezza di non vomitare sulla tastiera del vostro pc perché la lettura è a vostro rischio e pericolo. Altre sue "belle" esternazioni le trovate cliccando qui, roba per stomaci forti. 
Se volevate sapere perché alla fine non è stato eletto presidente della repubblica Stefano Rodotà, basta vedere questa foto:

Era in piazza Farnese a Roma con Sergio Lo Giudice (sua la foto pubblicata quassù), a festeggiare per l'approvazione del matrimonio egualitario in Francia. Certo non sarà stato il fattore scatenante per la sua mancata elezione, ma una delle tante concause sì. Se ci penso che l'avremmo potuto avere come nostro rappresentante e invece ci siamo beccati quella mummia di Napisan, mi vien da piangere, soprattutto dopo le sue parole ambigue in cui si auspicava quasi un bavaglio all'informazione per allinearle alle loro esigenze (Anche i media cooperino).
In questi giorni sto accarezzando l'idea di emigrare in Francia, in caso non riuscissi a trovare lavoro lì, forse non sarebbe poi tanto malvagia l'idea di arruolarmi nella legione straniera francese, così almeno finito il servizio riuscirei ad avere la cittadinanza francese. Qui, in Italia, rischio di diventare vecchio e decrepito e di non vedere attuata nessuna garanzia. Che tristezza! Vi lascio con il messaggio dell'Arcigay sullo storico voto francese di ieri: 
Oggi la Francia è il 14° paese al mondo ad aver istituito il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’adozione per le coppie omosessuali.
Il “sì” francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona profondamente l’istituto del matrimonio, è la vittoria di chi crede che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza e nell’uguaglianza.
Ora tocca all’Italia offrire alle persone gay e lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici e familiari quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente negati. La classe politica italiana, ha il dovere civile e morale, ammesso che un barlume di morale ce l’abbia, di dare delle risposte a tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti, e la cui libertà è stata ferocemente repressa.
Più voci si sono levate per sostenere che il provvedimento non è una priorità. Altri hanno sostenuto che il matrimonio gay sarebbe una minaccia per la famiglia e per la società, ma queste sono argomentazioni palesemente inconsistenti. Al contrario, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è urgente al pari di ogni provvedimento che cancella l’ingiustizia, tanto che è in discussione in decine di paesi. Il matrimonio fra due uomini o due donne non è un pericolo per nessuno, anzi, dati alla mano, la sua approvazione valorizza il matrimonio di tutti.
La Corte Costituzionale italiana ha stabilito con una sentenza che si può e si deve fare. Il suo presidente, Franco Gallo, nei giorni scorsi, ha sollecitato il Parlamento in questo senso. L’uguaglianza non può, e non deve, attendere. Tanti, troppi, figli di questo Paese sono costretti ad andare all’estero per ottenere, almeno simbolicamente, quello che è loro rifiutato in patria. Consideriamo questi viaggi l’emblema del tradimento di questo paese verso migliaia di propri cittadini e cittadine, un esilio dei diritti che deve finire al più presto.
Flavio Romani, presidente Arcigay
Che dire se non: Vive la France!

Ps: in caso di imprecisioni, aggiunte o altro, scrivetemelo nei commenti e provvederò ad integrare e/o a correggere il post.

7 commenti:

  1. Se decidessi per la Francia, continua a farti sentire, perché mi mancheresti troppo troppo.
    <3

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    1. Perché non vieni con me? Magari ti trovi un bel fidanzato francese! ;)

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  2. p.s, l'articolo dovrebbe essere pubblicato sui giornali.

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  3. Bellissimo post con un sacco di informazioni interessanti, mi erano sfuggite un pò di cosette :)

    PS Vive la France! e tutto il resto del mondo civilizzato di cui l'Italia non fa parte...

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    1. Grazie! :) Speriamo che l'Italia si dia una mossa, anche se allo stato attuale la vedo durissima. :(

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