martedì 19 marzo 2013

Piccole considerazioni sulla Festa del Papà


In questi ultimi giorni ha sollevato un vespaio di polemiche la saggia decisione delle maestre di un asilo nido romano che, dopo aver consultato una psicologa, hanno deciso di "abolire" la festa del papà per "sostituirla" con la festa della famiglia, per venire incontro ad un bambino figlio di una coppia lesbica. Ho apprezzato molto quest'apertura mentale delle maestre perché in questo modo si viene incontro ai mutamenti della società, seminando semi di tolleranza e di educazione alla diversità. 
Alle elementari c'era una mia compagna di classe, Francesca, che odiava questa festa e diventava nervosa e astiosa ogni 19 marzo perché era orfana di padre. Le suore (negli ultimi due anni la maestra) ci facevano fare dei lavoretti per questa ricorrenza, siccome lei era l'unica senza il papà, il suo lavoretto veniva rigirato al nonno e lei ci soffriva tantissimo, si nascondeva dietro i suoi occhialoni grandi e spessi e metteva su il broncio. I lavoretti e l'immancabile poesia erano piccole torture, se ci fosse stato un maggior giudizio, si poteva evitare di farla sentire così diversa. 
Ricordo che alle scuole medie, tre miei compagni di classe erano figli di genitori separati, oggi probabilmente nessuno ci farebbe caso ma allora (e non è che sia passato chissà quanto tempo) venivano visti e trattati come dei paria, erano quasi marcati a fuoco e con loro si utilizzava sempre con quel tono di voce pietoso-scandalizzato che intrinsecamente sottintendeva un poverini, sono proprio sfortunati! Provengono da brutte famiglie. Stronzate colossali! Semplicemente non si amavano più e, come è giusto che sia, si erano separati. Niente di losco o di torbido che giustificasse quell'orrido tono di voce. Anche per loro il 19 marzo era una sofferenza, anche se un po' meno pesante perché alle medie grazie al cielo ci risparmiano dal creare lavoretti per la festa del papà e le poesie da imparare a memoria di nascosto per poi recitarla puntualmente il giorno della festa.
Ecco, secondo me, la scuola italiana ha bisogno di maestre di questo tipo, aperte e pronte a mettersi in discussione e capaci di insegnare dei valori ai bambini, continuando il lavoro di educazione che già si svolge all'interno della famiglia (o che comunque si dovrebbe svolgere). 
Per chi non l'avesse letto, consiglio la lettura di quest'articolo di Repubblica (clicca qui) di Michela Marzano.

Tralasciando il lato commerciale della festa e il fatto che non bisognerebbe ricordarsi dei propri cari solo in quella festa ad hoc, oggi, riflettevo sul fatto che anche questa festa del papà è una ricorrenza che non festeggerò mai. Tralasciando il fatto che in Italia non esiste una legislazione ad hoc che tuteli le famiglie arcobaleno, così come non c'è la possibilità di adottare sia per i single che per le coppie formate da persone dello stesso sesso, anche se mi piacerebbe tanto avere un figlio ed essere padre non lo sarò mai e mi fa male. Mi fa male perché sprecherò il tanto amore che ho da dare, mi fa male perché è un altro sogno che scoppia come una bolla di sapone, mi fa male perché non avrò mai una mia famiglia.
Me ne farò una ragione, così come me la sto facendo per il fatto che rimarrò probabilmente solo. Anzi, guardando l'altra faccia della medaglia, visto la mia situazione grigia e che nel mio immediato futuro si oscilla da un grigio chiaro ad un nero pece, forse è un bene perché non di solo amore si vive. Tolto tanto Amore, cosa potrei offrire ad un figlio adesso? Niente! Sono solo un cazzo di disoccupato senza arte e né parte, con nemmeno tutte le rotelle al posto giusto (No, perché se c'è qualcuno che ritiene normale il sottoscritto che si considera un principe uscito dalle fiabe alla ricerca del suo vissero felici e contenti...). E fa male, oltre ad essere umiliante: sono un completo disastro.

Su facebook, oggi, una persona stupenda mi ha fatto, a sua insaputa, un bel regalo: mi ha fatto gli auguri per la festa del papà e mi ha inserito nella sua famiglia ideale. È un'inezia però mi ha fatto sentire meglio. Grazie di cuore!

E allora anche se questa giornata volge al termine, mi unisco al coro sincero degli Auguri a tutti i papà che lo sono già, a quelli che lo saranno, a quelli come me che non lo saranno mai, per scelta o come nel mio caso per imposizione esterna, a quelli che sono con noi tutti i giorni e a quelli che non ci sono più ma che vivono per sempre nei nostri cuori.


8 commenti:

  1. Basta che pensi al casino che hanno fatto con i libri di Stampatello Editore.
    Ma io non so, che male c'è se un bambino viene a sapere che ci sono altre forme di Amore?
    È sempre la stessa storia, ammettere che ci sono, presuppone la possibilità di riconoscersi, e questo fa troppo paura.
    Abbraccio :*

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    1. È sempre bello ricevere un tuo abbraccio seppur virtuale. :)

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  2. Molto bello il tuo post, la tua riflessione, condivido la tristezza della mancanza di tutele, della chiusura delle mentalità, dell'attenzione a quel bimbo che non ha un papà ma due mamme.
    Però...
    La soluzione adottata dall'asilo non mi sembra del tutto corretta. Forse utile si, ma qualche perplessità ce l'ho. Perchè, anche per insegnare che ci sono amori diversi sarebbe bastato anzichè negare la figura del papà, sottolineare che alla prossima festa della mamma quel bimbo è più fortunato degli altri perchè di mamme ne ha ben due (e gli altri no, tiè!)

    Oggi l'ONU ha dichiarato questa come la giornata della felicità. Sarebbe allora come dire: visto che ci sono persone infelici, è utile non fare questa festa per rispetto loro.
    Come togliere l'Hannukkà agli ebrei perchè io sono cristiano, il Natale ai miei bimbi per rispetto ai musulmani, etc...

    Il rispetto per le altre forme, stando al mio modo di vedere, non deve chiudere a nessuno. Aprire, mai elidere. Aprire sempre. Alle famiglie omo e ai papà etero rispetto e auguri a tutti.

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    1. Hai ragione il rispetto è alla base di tutto, purtroppo gli articoli che ho trovato in rete relativi a questa storia erano piuttosto contrastanti e addirittura in qualcuno di essi si diceva che lo stesso comitato dei genitori era d'accordo con la decisione presa dalle maestre e quindi sorgeva il dubbio di chi non avesse apprezzato questa scelta. Non avendo la possibilità di verificare meglio il fatto, mi auguro che nell'optare per la festa della famiglia non siano stati discriminati gli altri bambini. Purtroppo in questi casi basta poco per passare il limite a torto o a ragione. Ovviamente, mi auguro che le maestre abbiano spiegato ai bambini che esistono tanti tipi di famiglie aiutandosi ad esempio con i libri della casa editrice Lo Stampatello, a cui si riferiva Chaggy nel commento precedente. :)

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  3. senza neppure aver letto il tuo post scopro che oggi abbiamo parlato dello stesso argomento. E tra l'altro più o meno nello stesso modo visto che nella classe di mio nipote è successa una cosa simile. Non sapevo che le maestre avevano scelto di festeggiare la famiglia in alternativa: scelta saggia se si è cercato anche di parlare delle modalità di composizione di una famiglia oggi. Un bacio

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  4. Non ero al corrente di questa chicca!
    Solo in Italia può succedere che il cambiar nome a una festa sollevi un vespaio di polemiche... ma che schifo di nazione!

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