martedì 5 marzo 2013

Lividi e fiori


È un periodo strano. La primavera è alle porte. Ogni giorno ci accoglie con i primi timidi fiori che sbocciano e che tentano di mettere in un angolo questo lungo inverno. Se solo fosse così  facile far cessare l'inverno che mi porto dentro... Ci provo a tenere duro, a non arrendermi, a non mollare, ma c'è quell'odiosa vocina interna che continua a ripetermi che tanto non cambierà mai niente e che sì, insomma chi me lo fa fare a sbattermi così, senza nessun risultato tangibile. Mi ritrovo sempre più spesso a fare a pugni con me stesso, ad odiarmi cordialmente e ad amarmi scortesemente. Mi ritrovo senza accorgermi le braccia piene di lividi, più mi sforzo di ricordare come me li sia procurato e più non riesco a cavare un ragno dal buco. Che sia diventato così di pasta frolla a mia insaputa? È probabile, ormai non mi stupisco più di niente. Non fanno neanche tanto male e poi sono abituato a peggio: che volete che siano dei lividi a confronto che le ferite dell'Anima? Mi indispone più il lato antiestetico, ma tanto con qualche accorgimento qua e là, non se ne accorge nessuno e poi ci sono fortunatamente ancora le maniche lunghe a coprire tutto. A dirla tutta, non mi preoccupa neanche l'inestetismo passeggero, tanto ormai non credo ci sia qualcuno per cui mi possa e mi voglia spogliare, quanto la possibilità che qualcuno possa chiedermene conto e volere delle spiegazioni che non so dare, o peggio ancora che qualcuno si arrampichi in discorsi che non stanno né in cielo e né in terra (no, non mi ha picchiato nessuno, né c'è qualcuno che mi ha maltrattato e poi a volermi male basto da solo, infatti sono un campione pluridecorato perché ho una propensione innata nel farlo, per non dire un talento, 'mo mi sa che lo metto come punta di forza sul curriculum). 
Oggi, quando il sole faceva capolino e lasciava il posto ai primi raggi del buio, mi sono ritrovato a camminare lungo il fiume, in un parco che mi piaceva tanto. La desolazione era tale che, se non fosse stato per quelle potature selvagge, avrebbe dato l'impressione di uno di quei posti spettrali in cui da un momento all'altro sarebbero potute comparire le Villi. Mi son sempre chiesto quali figure mitologiche maschili potrebbero essere assimilate a loro. Non mi meraviglierei se in una mia vita passata fossi stato una di loro, cretina come quella pazza (d'amore) di Giselle
Dicevo, camminavo per ingannare l'attesa, per il piacere perverso del vento gelido che mi trafigge il viso, le mani e il corpo. Camminavo cercando di mettere ordine nei miei pensieri, un ordine che ahimè non è mai esistito. Camminavo per il gusto di farlo, perché ogni passo era un calpestare la terra, era un calpestare un dispiacere, scacciar via per un attimo qualcosa che mi fa star male. Stupido, banale, ma in un certo qual modo taumaturgico per un po'. Purtroppo non si può camminare per sempre senza sosta: tutto torna come prima alle prese con lividi e fiori, con quelle domande senza risposta e quelle verità scottanti che cerco di affogare imperturbabilmente dentro me.


Niente baci, polvere e miele 
sospesi sguardi appesi non trovano pace, 
noi nascosti sfiorandoci 
smarriti e soli tra le parole. 

Niente scuse solo colori, 
scusarsi è come avere pochissima memoria, 
tentiamo passi un po' confusi 
spargendo a terra petali e fiori. 

Son lividi e fiori, 
son lividi e fiori che portiamo nel cuore. 
Son lividi e spine e il dolore si sente. 

E noi siamo quello che siamo, 
ladri di parole d'amore, 
anime poco impermeabili, 
a bere questa pioggia che scende. 

Son lividi e fiori, 
son lividi e fiori che portiamo nel cuore. 
Son lividi e spine e il dolore si sente. 
E l'amore si sente.

Patrizia Laquidara (Lividi e fiori - Album: Indirizzo portoghese - Anno: 2003)

7 commenti:

  1. I lividi fanno male solo se premuti con forza. Tu per primo dici di aver superato ben di peggio.
    Fregatene di questi liberi e inizia a sbocciare come i tuoi già citati timidi fiori.
    La vita è troppo bella per vivere perennemente in inverno... a tutti serve la primavera.. cerca di raggiungerla o ti ci porto di forza io.
    ;)

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    1. Hai ragione, peccato che non sia così semplice far ritornare la primavera. :(

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    2. la cosa peggiore da sentire quando si è depressi:
      "la vita è troppo bella"... :-(

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  2. Vedi di non farti male, che io tengo al mio principino. E per ogni livido, una carezza.
    p.s. Bungaro scrive sempre dei piccoli gioielli.

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  3. "non mi preoccupa neanche l'inestetismo passeggero, tanto ormai non credo ci sia qualcuno per cui mi possa e mi voglia spogliare"
    Perchè sei pessimista? Quanto vorrei vederti dal vivo per giudicare il tuo "inestetismo": che poi ritengo tu parli del tuo lato fisico, non certo di quello morale.
    Hai un solo grande difetto (se me lo consenti): pessimista al 2000% e ciò si scontra con il tuo animo gentile/amorevole/bisognoso di coccole/ (a mio modo di leggerti).
    Il 21 marzo, giorno del miocompleanno, inizia la primavera. Tuffati nel profumo di essa e dimentica l'inverno! Un abbraccione Frà

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    1. Non sono pessimista, sono solo tremendamente realista. :) Un abbraccio.

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