domenica 22 gennaio 2012

Can I do it?


Riemergo dopo due settimane pesanti, con molti bassi e pochi, quasi inesistenti, alti. Più volte ho pensato e detto che se questo 2012 è come il suo inizio fino ad oggi, non avrà difficoltà ad essere un anno peggiore del 2009, del 2010 e del 2011 messi insieme. Per carità non è che in quel triennio sia poi andato tutto completamente negativo, ma quasi: di sicuro i giorni belli sono stati talmente pochi che sono stati fagocitati da quelli brutti che ti rimangono sulla pelle come cicatrici e non vanno più via. Se penso all'ultima volta che sono stato Felice con la effe maiuscola, felice veramente e completamente da sentirmi quasi completamente soddisfatto di me stesso devo arrivare agli ultimi tre mesi del 2008. Cazzo! Infinite ere geologiche fa! E se provo ad andare ancora più dietro nel tempo c'è un buco nero che ha fagocitato probabilmente i miei anni migliori e poi approdo nel mio "Eden": il 1998, credo l'anno in cui sia stato felice 360 giorni su 365. Se quell'anno si fosse fermato al giorno di santo Stefano, che precede il mio compleanno, sarebbe stato l'anno perfetto; ma col mio diciottessimo anno d'età è iniziato il mio calvario e sono finito nel buco nero. A volte penso che tutto quello che è successo dopo è stata una (in)giusta punizione perché ho osato essere troppo felice, più di quanto mi sia stato consentito; tant'è che a volte mi blocco e penso che da un momento all'altro succederà qualcosa di brutto che mi riporterà con i piedi sottoterra. A volte, invece, mi sorprendo a pensare e non mi capacito di come sia sopravvissuto al buco nero, nonostante tutto; in fondo avevo raggiunto il limite e bastava poco per diventare un piccolo trafiletto di cronaca nera: un taglio qua e là, una corda, un ponte... Eppure sarebbe bastato veramente poco per evitare il mio "millenium bug": la classica parola giusta al momento giusto sarebbe stato l'ideale, ma ahimè il tempismo legato al sincronismo in queste lande desolate da Dio e dai santi è un concetto semisconosciuto.
Va be' ormai quello è il passato e non si cambia, non so perché l'ho riportato a galla forse per associazione di idee o per esorcizzare la possibilità di ricadere di nuovo nel buco nero e boh! sono stato (s)fortunato a scamparla una volta chi mi dice che riesca a farlo di nuovo.
Dicevo, in questo 2012 iniziato decisamente in salita, non faccio altro che essere preoccupato. Quando non sono preoccupato, sono incazzato, ma siccome credo di aver già esaurito le dotazioni di incazzature per l'anno in corso, non riesco a farlo neanche come si deve. Allora sono già stanco e avvilito. Deluso, of course, con la pazienza in rosso e la speranza sempre in riserva e se non faccio presto il pieno di speranza qua si rimane a piedi e si fa ciao ciao con la manina alla Vita e benvenuta pallida imitazione di vita tarocca rigorosamente made in China. L'ironia è un po' stitica in questo periodo, il mio sorriso forzato è vero come una banconota da sette euro, però se si guarda al buio sembra vero! Il meglio che ho partorito in questo periodo è stato più di una settimana fa in ospedale, con tre congiunti in contemporanea in due nosocomi differenti, una battuta scema su chissà se ci sono sconti famiglia o se ci sono bollini da raccogliere che quest'anno a quanto pare siamo agguerriti per accaparrarceli tutti. Più di questo per sdrammatizzare non riesco, più una totale incapacità di dire addio congenita (questa volta per fortuna mi sono dovuto limitare solo alla gatta cieca sbranata dai cani randagi, finora), un odio-fobia con tutto ciò che riguarda gli ospedali e dintorni, un morale a terra e sapere che c'è gente a cui tieni che è infelice e tu non puoi fare niente per renderli felici se non ribadire che ci sei  e a me le fa girare vorticosamente questo stato d'impotenza forzata.
Non so se riesco a farcela. Mi sento assente e sono quasi senza forze per continuare ad andare avanti. Mi ripeto che passerà, basta continuare a fare un passo dopo l'altro.


Un passo dopo l'altro capirai ed il mio lento canto vestirà le tue paure con la libertà una storia è vera quando se ne va.
Un passo dopo l'altro imparerai nelle gocce di tempo, tra ora e mai, in un altro uomo un cuore aspetta, perché può ballare al buio solo con Te.
 


Ps: appena possibile mi metterò a passo con i vostri blog e con i commenti, per il momento abbiate pazienza e scusate se qua e là c'è qualche parolaccia rafforzativa del periodaccio che sto passando. Buona domenica!

9 commenti:

  1. eh bhe ... direi che sono proprio questi i periodi in cui uno, può dimostrare a se stesso di avere le palle e di reagire. Dico a se stesso perchè ormai ho rinunciato alle belle ipocrisie di dimostrare qualcosa agli altri, perchè non ha senso e non serve. Reagire per se stessi è sempre una grande vittoria, che poi alla fine ci si riesce, nonostante tutto, nonostante gli ospedalie e tutti gli accidenti che la vita ti mette davanti, non fosse altro che per verificare se è poi vera quella frase consolatoria che dice: la vita non ti mette mai davanti a sfide che non puoi affrontare ....
    stay tuned allora.

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  2. Caro, visto che conosci la mia storia personale, ascolta il mio consiglio: smettila di vedere il bicchiere mezzo vuoto. Sei in salute, hai una famiglia e un tetto, non ti manca certo l'indispensabile, hai un titolo di studio che sei riuscito a conquistare. Ricorda che altri non ci sono riusciti. Smettila di vedere ciò che non hai, e inizia a pensare a ciò che hai. Poi, a piccoli passi, a cercare come ottenere quello che vuoi. Tutto e subito non ha senso. Sei un vincente perché hai la testa e il cuore per esserlo. E allora, coraggio, inizia a volerti bene!!!

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  3. spero che i tuoi parenti si rimettano e che il tuo stato d'animo migliori...un abbraccio

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  4. Quando anche la speranza comincia a scarseggiare è un casino. Mi spiace sentirti così giù.
    p.s. La canzone ricorda un po' The shadow of your smile e un po' Autumn leaves, vero? Splendida.

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    1. Mi dicevo che assomigliasse ad Autumn leaves e ora che mi ci fai pensare assomiglia anche a The shadow of your smile. :)

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  5. La speranza mi tradisce
    mi si mostra e poi svanisce
    qual di Tantalo infelice
    fugge l'onda ingannatrice.

    Se mi nasce picciol bene
    me lo struggon cento pene
    così il cor di Titio ancora
    cresce sol perché il divora.

    (La speranza, A. Scarlatti)

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