Carissima Grande Zucca o carissimo Grande Cocomero,
scegli tu l'appellativo che più ti aggrada, eccomi di nuovo qui a scriverti mentre inganno l'attesa della tua venuta, spiando ogni tanto dalla finestra e buttando un occhio all'orto. Ti ricordi di me, vero? Sono quello che tre anni fa ti chiese di renderlo un ghiacciolo, emozionalmente parlando; che due anni fa invece ti chiese di portarmi il Grande Amore della Mia Vita nelle vesti di RdS. Invece, l'anno scorso t'ho chiesto di ricucire un rapporto con RdS come amico, prima che commettessi l'errore di innamorarmene rovinando tutto. Ecco, anche se alcuni giorni vorrei essere ancora un ghiacciolo mixato con perfidia e cattiveria (soprattutto con quei "campioni" con cui mi ritrovo gomito a gomito ogni mattina, da un mese a questa parte); anche se alcuni giorni mi illudo ancora che arrivi il Grande Amore della Mia Vita; anche se vorrei che si ricomponesse e tornasse quel bel rapporto di amicizia con RdS perché mi manca; anche se ci sono ancora tante cose che non vanno nella mia vita, altre che vanno a rilento e così via, quest'anno non voglio chiederti niente per me. Non voglio chiederti niente perché per quello che mi serve mi sto abbondantemente rimboccando le maniche da solo, motivo per cui non ho fatto una strage di "campioni" che "allietano" le mie giornate dal lunedì al venerdì, però poi magari ci scriverò su un trattato. Sarà forse l'età o sarà solo una questione di caso, ma non vedevo una quantità tale di casi umani, dal tempo in cui i cellulari erano dei veri e propri mattoni. Tutto sommato, anche se mi cascano spesso le braccia, mi diverto, sono abbastanza sereno, ho un obiettivo, arrivo a casa stanco morto e... boh! Chi vivrà vedrà! Cioè ne riparliamo fra cinque anni se ne è valsa la pena. Quest'anno, però, vorrei invece chiederti un favore per una persona a cui voglio molto bene (e guai a te se non ti metti e lo realizzi!). Questa persona a cui voglio bene e che chiamerò E., ha un cuore grande quanto l'universo, è in gamba ed è un ometto intelligente. Per me è bellissimo, anche se non l'ho mai visto e so solo che ha gli occhi azzurri come un cielo sereno. Vorrei che prendessi tutte le sue insicurezze, le sue paure, la sua infelicità e le accartocciassi come si fa con un foglio di brutta quando non serve più. Vorrei poi che gli infondessi il coraggio in sé stesso, affinché creda di nuovo nelle sue capacità così come io nutro una profonda fiducia nelle sue capacità e in lui. Vorrei che fosse Felice con la effe maiuscola perché se lo merita e mi si stringe il cuore sentirlo così triste e non riuscire a farlo sorridere di cuore. Io ci provo a stargli vicino così, ma non mi sembra di fare abbastanza e in questo periodo sia io che tante altre persone che gli vogliono bene, non possiamo fare a meno di notare il suo malessere e sentirci tutti impotenti. Visto che ci sei, porta serenità e felicità a tutti i miei cari lettori e ai miei amici che danno un tocco di colore alla mia vita. Ti ringrazio in anticipo.
Penso che imporre il silenzio sia roba da codardi, da chi ha la coda di paglia e da chi ha sensi di colpa grandi come l'Everest. Ma, ammetto che delle volte è la miglior arma che si possa utilizzare per cavarsi da un impiccio non cercato e non voluto, soprattutto se non si ha tempo e voglia di sprecarne. Pazienza, se verrà male interpretato, ma causa la mia buona educazione ricevuta, mi sembra indelicato rispondere come farebbe il gran capo indiano Estiqaatsi. Più ci penso, più la mia risposta rimane sempre quella e allora è meglio tacere sperando che passi.
Non posso, però, fare a meno di chiedermi se RdS abbia fatto lo stesso con me: in fondo ho erroneamente interpretato i suoi silenzi come dice la legge, ossia come l'uguaglianza silenzio = assenso. Va be' un innamorato si aggrappa anche al nulla ed io mi sono aggrappato a quello. Comunque, non posso fare a meno di traslare per osmosi quel pensiero, con tutti i sentimenti annessi e connessi, a me ed ho il magone. Però poi penso che l'osservazione giusta ed inequivocabile l'ho fatta, probabilmente non è stata capita, e il magone svanisce per magia. Quindi non credo di essermi arroccato in un silenzio vigliacco perché sono fermo a quella mia osservazione espressa. Certo, però in questi giorni sempre più spesso avrei voglia di urlare un estiqaatsi liberatorio perché non avete idea delle cavolate che ascolto e leggo da quasi un mese a questa parte. Nonostante tutto, mi sorprendo ancora ad essere felice nel limite del possibile, ed è già un buon inizio.
Un'ultima considerazione, non avrò gli occhi color del cielo, né abiterò nel quartiere di Montserrat, ma sono sulla buona strada per far la fine della piccola Vergine del quartiere di Montserrat. peccato che lei fece quella scelta, a me la stanno imponendo le circostanze forzose. Ovviamente non vi dico come va a finire questa milonga poiché il testo è più lungo, googolate (che brutta parola!) e lo scoprirete.
Por sus ojos color cielo
y sus dones de bondad,
la llamaban Virgencita
en el barrio Montserrat.
Todos, todos la querían;
y no hubo payador,
que no cantara por ella,
en el barrio del Tambor.
Disputaban su cariño;
todos querían su honor,
pero la Virgen del barrio,
soñaba con otro amor...
For the sky-blue shade of her eyes
and the many good deeds she did,
they called her the Little Virgin
of the quarter of Montserrat.
Everyone, everyone loved her;
and there wasn't a troubador
who didn't break into song for her
in the barrio of Tambor.
They argued for her affections;
all of them sought her hand,
but the Virgin of the barrio
had a different love in her dreams...
Flor de Montserrat, musica di Rodolfo Biagi, voce di Alberto Amor, 30 novembre 1945.
Avete presente quella frase che si dice di solito nei momenti di sconforto e cioè: "se potessi tornare indietro, farei una scelta diversa"? Ecco, poi di solito passa lo sconforto perché vuoi o non vuoi si va avanti lo stesso. Ebbene, non ho di certo inventato la macchina del tempo, né ho scoperto qualche buco spazio-temporale per poterlo fare, però... in un certo senso, a me è successo di poter tornare indietro. Solo con una piccola grande differenza: ho portato con me una maggiore consapevolezza di me stesso, di quello che sono e di quello che voglio, ho portato con me una maggiore maturità senza però snaturare il mio vero io, ho portato con me una maggior forza e chiarezza, ho portato con me un piccolo progetto imperfetto ma abbastanza realizzabile. Non so come ho fatto, ma mi sembra di essere tornato indietro nel tempo al 1999, un'altra vita, un tempo passato. So benissimo che certe scelte e il passato non possono essere cambiati, ma sempre più spesso mi ritrovo a vivere situazioni passate con la possibilità di fare una scelta più consapevole e matura, per me stesso solo per me, senza ansia da prestazione o chissà che cosa; con la differenza che questa volta non è più il 1999 ma il 2013. Sono più sereno, più tranquillo, più soddisfatto, più sicuro... insomma mi sento più in gamba. Mi sento una persona migliore. Se avessi un lavoro e un amore tutto mio ricambiato, potrei affermare senza ombra di dubbio di essere Felice con la effe maiuscola. Ahimè non ho ancora né l'uno e né l'altro. Se per il primo provo a giocare bene le mie carte, credendo in me stesso e nelle mie capacità, mi sembra quindi un obiettivo più o meno realizzabile; il secondo ormai so che probabilmente non l'avrò mai perché non si può avere sempre tutto dalla vita. Quindi, anche se non ho un lavoro, né un fidanzato-compagno e mi sembra di essere tornato indietro nel tempo... be', sono felice (sperando di non portarmi sfiga da solo per averlo solo pensato e scritto qui sul blog).
When I was in the 3rd grade
I thought that I was gay
Cause I could draw, my uncle was
And I kept my room straight
I told my mom, tears rushing down my face
She’s like, Ben you’ve loved girls since before pre-K
Tripping yeah
I guess she had a point, didn’t she
A bunch of stereotypes all in my head
I remember doing the math like
Yeah, I’m good at little league
A pre-conceived idea of what it all meant
For those that like the same sex had the characteristics
The right-wing conservatives think it’s a decision
And you can be cured with some treatment and religion
Man-made, rewiring of a pre-disposition
Playing God
Ahh nah, here we go
America the brave
Still fears what we don’t know
And ‘God loves all his children’ is somehow forgotten
But we paraphrase a book written
3,500 years ago
I don’t know
And I can’t change
Even if I tried
Even if I wanted to
And I can’t change
Even if I tried
Even if I wanted to
My love, my love, my love
She keeps me warm
If I was gay
I would think hip-hop hates me
Have you read the YouTube comments lately
“Man that’s gay”
Gets dropped on the daily
We’ve become so numb to what we’re saying
Our culture founded from oppression
Yet we don’t have acceptance for ‘em
Call each other faggots
Behind the keys of a message board
A word rooted in hate
Yet our genre still ignores it
Gay is synonymous with the lesser
It’s the same hate that’s caused wars from religion
Gender to skin color
Complexion of your pigment
The same fight that led people to walk-outs and sit-ins
Human rights for everybody
There is no difference
Live on! And be yourself!
When I was in church
They taught me something else
If you preach hate at the service
Those words aren’t anointed
And that Holy Water
That you soak in
Is then poisoned
When everyone else
Is more comfortable
Remaining voiceless
Rather than fighting for humans
That have had their rights stolen
I might not be the same
But that’s not important
No freedom til we’re equal
Damn right I support it
I don’t know
We press play
Don’t press pause
Progress, march on!
With a veil over our eyes
We turn our back on the cause
‘Till the day
That my uncles can be united by law
Kids are walkin’ around the hallway
Plagued by pain in their heart
A world so hateful
Some would rather die
Than be who they are
And a certificate on paper
Isn’t gonna solve it all
But it’s a damn good place to start
No law’s gonna change us
We have to change us
Whatever god you believe in
We come from the same one
Strip away the fear
Underneath it’s all the same love
About time that we raised up
Love is patient, love is kind
Love is patient (not crying on Sundays)
Love is kind (not crying on Sundays)
Macklemore, Ryan Lewis e Mary Lambert (Same Love - Album: The Heist - Anno: 2012)
Quando ero in terza elementare
pensavo di essere gay
perché potevo disegnare, mio zio lo era
e tenevo la mia stanza in ordine
lo dissi a mia madre, le lacrime mi scorrevano sul viso
lei rispose Ben, ti son piaciute le ragazze da prima dell’asilo”
mi gasai
penso lei avesse centrato il punto, no?
un sacco di stereotipi nella testa
mi ricordo che facevo i conti tipo
ok, sono bravo nello sport
un’idea preconcetto di quello che significava
per quelli che pensano che lo stesso sesso abbia le caratteristiche
i conservatori di destra pensano sia una decisione
e puoi essere curato con trattamenti e religione
fatto uomo, elettrizzato da una predisposizione
giocare a fare Dio
oh no, di nuovo
america la coraggiosa
ha ancora paura di ciò che non conosciamo
e “dio ama tutti i suoi figli” è spesso dimenticato
ma parafrasiamo un libro scritto
3500 anni fa
non so
E non posso cambiare
nemmeno se ci provassi
anche se volessi
e non posso cambiare
nemmeno se ci provassi
nemmeno se volessi
il mio amore, il mio amore, il mio amore
lei mi tiene caldo
Se fossi gay
crederei che l’hip-hop mi odierebbe
Hai letto i commenti su Youtube
“oh, è da gay”
guarda il quotidiano
siamo così offuscati da quello che diciamo
la nostra cultura fondata dall’oppressione
non li accettiamo ancora
ci chiamiamo froci
dietro le chiavi di una bacheca di messaggi
una parola radicata nell’odio
e il nostro genere la ignora ancora
gay è sinonimo di inferiore
è lo stesso odio che ha causato le guerre di religione
il genere come il colore della pelle
il colorito del tuo pigmento
le stesse lotte che hanno portato le marce e i sit-in
la vendemmia della malinconia, dell'amara nostalgia, della fine di tutto, della consapevolezza che niente è cambiato e né cambierà, della consapevolezza che è stata l'ultima, dell'affetto per ciò che è bello e non si avrà mai, della solitudine, del dolore, dell'assenza e della lontananza.
Quest'anno è stata:
la vendemmia della rinascita, della speranza, di un nuovo inizio, della consapevolezza che niente cambia e né cambierà se non ci sforza di cambiare, del rimettersi in gioco, del darsi una possibilità, dell'investire su me stesso, dell'inizio di un lungo percorso di guarigione, di una nuova strada, di nuovi sogni da realizzare, della semina per un buon raccolto futuro.
Non è che certe cose cambiano dalla sera alla mattina o che quello che provavo l'anno scorso ora non c'è più. Ci sono ancora quelle brutte sensazioni, ma accanto ad esse ce ne sono nuove. Non so se riusciranno a soppiantarle quelle vecchie o se coabiteranno. Non se se qualcuna di esse mi abbandonerà o se si tramuterà in qualcos'altro. La strada per la Felicità è ancora in salita, qualche sogno è cambiato, qualcuno è morto per sempre, qualcun altro forse resusciterà o forse no, forse ne nasceranno altri nuovi. Intanto ci si organizza per vivere una vita con un briciolo di dignità e che valga la pena vivere; il resto è ignoto o sono io ancora troppo miope ed incapace di vederlo già da ora.
Goodbye di Jan Andrzej Paweł Kaczmarek, colonna sonora del film Hachiko - Il tuo migliore amico (Hachi: A Dog's Tale) del 2009.