venerdì 10 agosto 2012

Alfama


È una di quelle notti più buie delle altre.
Non riesco a dormire,
proprio perché c'è troppo buio.

Ho paura di portare nel cuore 
il ritratto di qualcuno che non incontrerò mai. 

Avrei bisogno di... 
Te? 
Me? 
Noi?
Non so.

Nel deserto mi ritrovo a vagare,
in cerca di un'oasi a cui potermi dissetare.

Ecco, avrei bisogno di  un luogo in cui riposarmi e dissetarmi. Togliermi di dosso tutta questa stanchezza, tutto quest'amarezza, tutto questo vuoto, tutta questa solitudine che mi annienta. L'altro giorno mentre guardavo svogliatamente Grey's Anatomy, mi ha colpito questa frase che mi calza a pennello:
È più facile stare da soli: perché se impari che hai bisogno dell'amore, e poi non lo hai, e se ti piace, e ti appoggi ad esso, se fondi la tua vita su di esso e poi... tutto crolla? Potresti sopravvivere ad un dolore del genere? Perdere l'amore è come una lesione fisica, è come morire. L'unica differenza è che la morte è un attimo... e questo? Può andare avanti per sempre.
Quel per sempre mi spaventa. Non mi capacito di come ci sia stato un tempo in cui mi bastavo, in cui c'ero solo io ed io soltanto, di cui prendermi cura e a cui rendere conto. Mi sembra di vagare nel deserto senza meta, col rischio di perdermi e di perdere cose importanti. Mi rendo conto di essere diventato inaffidabile e di non essere in grado di fare qualcosa di costruttivo sia per me che per gli altri.

Alfama è il più antico quartiere di Lisbona, sembra che il suo nome derivi dall'arabo e significhi fontane o bagni, da lì si può guardare l'oceano e ammirare tutta la città. Non sono mai stato a Lisbona. Chissà se lì riuscirei a placare questa mia arsura che mi attanaglia. Non saprei, forse sì, forse no. Non posso fare a meno di pensare alla struggente omonima canzone dei Madredeus, colonna sonora del film di Wim Wenders, Lisbon Story del 1994:


Agora,
que lembro,
As horas ao longo do tempo;
Desejo,
Voltar,
Voltar a ti,
desejo-te encontrar;
Esquecida,
em cada dia que passa,
nunca mais revi a graça
dos teus olhos
que eu amei.
Má sorte,
foi amor que não retive,
e se calhar distrai-me...
- Qualquer coisa que encontrei. 

Madredeus (Alfama - Album: Ainda - Anno: 1995)



Ora che ricordo
le ore nel corso del tempo,
desidero
ritornare,
ritornare da te,
desidero incontrarti.
Dimenticato,
ogni giorno che passa,
mai più rividi la grazia
dei tuoi occhi che amai.
Il mio destino
fu un Amore che non trattenni,
e forse mi ha distratto
qualcosa che ho trovato.


Now,
that I remember
the hours to the long of time
I wish
to come back,
to come back to you.
I wish to find you.
Forgotten
in each day that passes
I never seen the presence
of your eyes that I loved.
Bad luck,
it was love that I did not hold back,
and perphas distracts me
something that I found.

Ps: le traduzioni possono contenere degli errori, abbiate pazienza so' 'gnurante! ma afferratene comunque il testo. Il post non è un granché lo so, ma rispecchia il periodaccio. 



6 commenti:

  1. È vero che è più facile stare da soli.
    Ma per alcuni (la maggior parte?) trovare qualcun altro con il quale cercare di costruire qualcosa è necessario... con tutti i rischi che ne possono venire.

    Come dicevano:
    "È meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore".

    Alle sconfitte purtroppo dobbiamo abituarci, sono sempre l'ombra dei nostri successi.

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    1. Ecco, devo proprio cercare di non rimettere nel ripostiglio il cuore e tutto il resto.

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  2. La canzone è meravigliosa.
    Ti lascio un saluto e ricordati di farti la famosa carezza, ogni tanto.

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  3. Stasera esci e ammira lo splendore delle stelle.....la luce che esse emanano "ti rendano le notti meno buie delle altre", "riesca tu a dormire appunto perche esse danno molta luce"
    E la notte di SAN LORENZO ))))))))))))))

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    1. Niente stelle cadenti, magari porta bene visto i precedenti. :-P

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