In quest'ultimo periodo, ho tirato un po' troppo la corda e alla fine si è spezzata. Niente di grave, tant'è che è bastato un giorno e mezzo di "riposo", in cui ho rallentato parecchio per riprendermi un po'. Forse sono stato troppo severo con me stesso, forse ho preteso troppo da me e troppo in fretta. Stupidamente ho pensato che se per una volta fossi stato io a correre più veloce, il tempo avrebbe cercato di inseguirmi e sarebbe corso velocemente con me, riducendo l'attesa di tutto quello che in un certo qual senso non dipende da me perché non posso controllarlo. Il tempo non è un mio alleato, né un mio amico e non posso fare altro che diffidare di lui. Il fatto è che ho un po' il terrore di essere asincrono e di ritrovarmi di conseguenza sfasato con il rischio di perdermi il momento giusto. Poi c'è quella stronza di vocina che ti scava dentro come fa la goccia d'acqua con la pietra, e che sta lì come un uccello del malaugurio a ricordarti che sei un povero illuso se bastasse solo un'idea folle, l'impegno, la forza di volontà e poco altro a rivoluzionare il tuo mondo. Zittire la vocina impertinente non è semplice, ed è normale che almeno cinque minuti su ventiquattr'ore possa avere la meglio su di me e sul resto, però... se avesse ragione e se fossi solo un pazzo visionario? E se non riuscissi a farcela in tempo? Mi rimarebbe il fatto che c'ho provato: un contentino che renderebbe meno amara la disfatta. Ecco, pensandoci bene, forse avrei solo bisogno di una conferma che sto procedendo nel giusto per non farmi sentire il peso della stanchezza e per mandar via i cattivi pensieri che mi tentano nel mollare tutto.
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