venerdì 22 febbraio 2013

To be, or not to be, that is the question


«Essere, o non essere, questo è il problema!» così iniziava il famoso monologo di Amleto, nell'omonima tragedia di Shakespeare. Parafrasando e adattando questa citazione, in questi giorni mi viene spontaneo chiedermi: Farsi usare o non farsi usare, questo è il problema! Tra i vari buoni propositi per quest'anno,  ne avevo formulato uno che pressappoco si riassumeva nell'imparare a dire di NO quand'è giusto rispondere con un no. Per quanto mi sforzi ed è inutile girarci intorno, la mia vita è in una fase di stallo che mi lascia molto insoddisfatto: a fronte di una marea di curricula inviati, al momento ahimè mi giro i pollici perché a quanto pare non servo a nessuno ed è frustrante ammetterlo. La mia vita amorosa è vivace e frizzante come può essere solo un encefalogramma piatto, o per chi non apprezza la metafora diciamo che è vivace come il Mar Morto. A parte uno stupido corso che mi impegna una volta a settimana, aggiungiamoci anche la palestra (che mi rimbalza sul mio fisico a dir poco infelice), per il resto la mia vita è emozionante come può essere quella di un bradipo o di un'ameba. Tutto ciò ovviamente influisce negativamente sul mantenimento del buon proposito che accennavo poco fa. Una delle mie specialità è fare il jolly della situazione, ciò implica che altri fanno i casini e poi tocca a me rimediare ed io non so mai dire di no perché poi alla fine mi sento in colpa e quindi cedo. Questo lo sa bene la mia amica S. che ha una scuola di danza, la quale sapendo che non riesco a dire di no e che in un certo qual senso la danza è il mio primo vero amore, per non dire forse l'unico, mi ha chiesto una mano per il suo saggio di fine anno. Se si trattasse di aiutare semplicemente un'amica, neanche mi porrei il problema perché sarei già lì ad aiutarla; ma cercando di rimanere obiettivi, più che di una mano si tratta di essere sfruttati lavorando gratis. Ad essere onesti, non è poi tanto il lavorare gratis ma la mancanza di onestà intellettuale che va a braccetto con la mancanza di lealtà e sincerità a farmi girare le scatole. In passato, per due suoi spettacoli ho fatto la maschera (ovviamente gratis), per un altro invece dovevo fare il presentatore (e lei sapeva quanto ci tenessi a farlo) ma poi alla fine mi son trovato a fare lo Stregone con un orrido saio marrone e una barba bianca posticcia sia in teatro e sia in piazza (ovviamente gratis). Li ho fatti con piacere perché era un'amica, nessuno mi ha puntato una pistola e avrei potuto tranquillamente dirle di no. Forse ho una visione distorta dell'amicizia, però credo che nel momento del bisogno un amico deve esserci. A me sembra che io ci sia stato quando lei aveva bisogno, ma non mi sembra che io possa dire lo stesso di lei. Quando una nostra amica comune, che insegnava nella sua scuola di danza, l'ha mollata, pensavo che si rivolgesse a me per sostituirla come insegnante e invece non l'ha fatto, scelse una ragazza meno qualificata di me che però è la cugina del suo fidanzato. Alla fine, diciamo che ci poteva anche stare nell'ottica del "prima la famiglia e poi gli amici", sennonché questa ragazza rimane incinta e giustamente per alcuni mesi non può insegnare. Mi sembrava logico che scegliesse me per sostituirla, in fondo sa bene che sono più qualificato della sua attuale insegnante e che non è che sono proprio crudo di danza, in più sapeva benissimo che ero (e sono) alla ricerca disperata di un lavoro. Quel lavoro di pochi mesi mi avrebbe fatto molto comodo, non tanto per una questione economica perché con l'insegnamento della danza non ci si arricchisce di certo, ma avrebbe fatto bene alla mia autostima. Invece, non ha scelto me, non perché non fossi qualificato, anzi lo ero di più della persona da sostituire e della sostituta messe insieme, ma in quanto uomo, le ragazzine si sarebbero sentite a disagio a lavorare con un maschio. Devo aggiungere altro? A parte il fatto che il suo insegnate di hip hop è un uomo, io che avrei dovuto insegnare classico perché non sarei andato bene? Le classi a cui avrei dovuto insegnare avevano un'età tale che persino la più grande di loro poteva tranquillamente essermi figlia. È inutile dire che ci sono rimasto male, in compenso mi "offriva" (con poca convinzione) di fare da autista-accompagnatore delle allieve, posto che non ho accettato perché se non vado bene come insegnante non vedo perché dovrei andare bene come autista, anche perché non è che ami alla follia guidare, ma soprattutto perché avrei dovuto fare da autista anche lungo strade impervie delimitate da dei burroni, insomma non il massimo. Già in precedenza mi aveva illuso perché avrei dovuto fare il partner (pagato) per una sua diplomanda ma poi alla fine non se ne fece niente per non so quale motivo, ma ovviamente non s'è mica degnata di dirmelo subito, però la mia disponibilità l'ha voluta immediatamente. Se avesse voluto, avrebbe potuto prendermi come segretario (anche in nero) ma niente. Dulcis in fundo lei quest'estate si sposa con il mio ex istruttore della palestra e non si è nemmeno degnata di dirmelo, mah! Mi fa incazzare il fatto che per non so quale legge non scritta si dà già per scontato che io l'aiuterò. Ma chiedermi prima la disponibilità pare brutto? Ora, c'è una parte di me che è fermamente convinta a dire NO, perché è ora di smettere di essere usati; ma nello stesso tempo c'è una parte di me che vorrebbe "farsi usare" per sentirsi ancora utile. Non posso negare che salire sul palcoscenico mi dà una forte scarica di adrenalina, mi piace, mi fa sentire vivo, onnipotente e in un certo qual modo bello. So che sembra un paradosso e probabilmente lo è, visto che nella quotidianità sono una persona timida e molto riservata, ma quando salgo sul palco ho come una sensazione di libertà indescrivibile e non mi sento giudicato come avviene nella quotidianità, nonostante ci sia poi un pubblico che giustamente invece giudica. Oddio, il discorso mi sa che è contorto, ma meglio di così non so spiegarlo. Fatto sta che ancora non ho deciso se fare o meno la Bestia nel suo spettacolo: da un lato non voglio incatenarmi in un impegno che non potrei rispettare, dall'altro sarebbe un modo per risalire sul palco, senza dimenticare che dovrei mandare ad escort il mio buon proposito di imparare a dire di NO, quando no è la risposta più logica e più giusta da dare. 

16 commenti:

  1. Faccio una cosa forse non molto corretta, visto che non conosco questa persona, ma detta tra i denti: scusa, ti stai ancora a chiedere se questa è tua amica?
    A me sembra che tu già conosca le risposte.

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    1. Non mi pongo il problema se sia mia amica o meno perché è logico che non lo sia e che sia una via di mezzo tra poco più che conoscente e molto meno che amica; piuttosto mi pongo il problema se farmi usare o meno con consapevolezza. Sì, insomma se mi convenga farmi usare o meno.

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  2. Se puoi fati star bene, fallo.
    L'importante è che tu sia cosciente che partecipi per te, e non per lei.
    Chi ti vuole bene il modo per esserci lo trova, sempre, e non ci sono scuse.
    ps Lo so, è una cavolata, ma sai ballare pure i balli latino americani? Io sogno il tango.

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    1. Non ho mai studiato i balli latino-americani, ma credo di non essere proprio un ciocco di legno, ma molto meglio il tango. ;) Poi il tango queer (quello ballato tra due uomini) è un mio sogno. *_* Mi piacerebbe riprenderlo a studiare e a ballarlo bene. :)

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    2. I preferisco dire tango con chi ti piace, piuttosto che tango queer.
      Che pensieri mi fai fare! Io, altro che pezzo di legno, sono completamente imbalsamato.
      Però magari tu potresti fare l'istruttore di ballo xD visto che ti piace.

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    3. Ce ne sono tanti e poi io sarei "specializzato" principalmente in danza classica e in misura minore in lirical jazz. :)

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    4. Eh, ma ci sono anche tante scuole di ballo ;) e poi vuoi mettere un istruttore principe!
      Ora ti immaginerò sempre come un ballerino xD *_*

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    5. Per fortuna non mi hai mai visto e quindi mi puoi immaginare come più ti aggrada. XD

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  3. Susu Kamar sei capace di grandi cose lo so... fai lo stronzo e di NO.. fregatene e vai dritto questo mondo è già pieno di ostacoli.. cerca di evitare di darti la zappa sui piedi.


    Inoltre preciso che la vita di un bradipo per quanto lenta.. è assai pericolosa, vive in sud America ed è predato ovunque e da chiunque... insomma... meglio l'ameba.

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  4. "nello stesso tempo c'è una parte di me che vorrebbe "farsi usare" per sentirsi ancora utile"

    Oh come ti capisco. Solidarietà <3

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  5. qualche giorno fa ho scritto un post su un amico che mi cerca quando gli servo o meglio che non mi cerca più da quando si è fidanzato. Penso fermamente che qualche no e soprattutto qualche silenzio alle volte siano d'obbligo. Hai recitato? bene ora fai il mago e prova a sparire per un po', vedi come reagisce. Poi se vuoi comparire nel mio letto meglio ancora :D

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    1. Buon gustaio! ;)

      Ps: sì, l'ho letto il tuo post e sai come la penso: aria! :*

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  6. uhm pare sa tutto un fiorire di post sull'amicizia in questo periodo.
    in aggiunta a quanto già scritto, direi che uno deve fare un pò quello che sente di fare, se gli va di fare lo stronzo e restituire pan per focaccia lo fa, altrimenti si concede e nel farlo non sta tanto a guardare il capello.
    In ogni caso, dall'altra parte non ci sarà mai il riconoscimento di un qualche merito o favore, perchè si sa che per Loro è un tutto dovuto.
    Dettata questa condizione poi sono anche chiare le aspettative a cui si va incontro

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    1. Sarà il periodo, comunque ho optato per un grosso No perché detesto le menzogne dette male e la sua non stava né in cielo e né in terra.

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