sabato 17 gennaio 2015

È passato un mese e sono ancora senza parole


Quando succede una disgrazia, una tragedia, si pensa sempre che possa accadere agli altri, come se "gli altri" siano entità astratte lontane anni luce dalla propria realtà, senza rendersi conto che prima o poi esiste la possibilità che un giorno capiti a te. Quando succede, non ci sono parole per descrivere quanto accaduto, tutto diventa "confuso": c'è una parte di te che rimane sempre incredula, spiazzata, ed un'altra che spera sempre sia solo un brutto sogno o uno scherzo di pessimo gusto.
Te ne sei andata all'improvviso tra i banchi di scuola in un giorno di dicembre, lasciando un grande vuoto nel cuore di tutti. Ho visto tante lacrime, tanto affetto e tanto amore, ma anche tanto dolore e sofferenza. Chi immagina che in un luogo come la scuola in cui i ragazzi dovrebbero essere protetti e al sicuro, si possa morire, così, all'improvviso? Non è qui, il luogo dove discutere se questa tua prematura scomparsa si poteva evitare o meno; lascio alla carta stampata che "distorce" e "ricama" i fatti, alle chiacchiere sterili di chi non sa ma deve per forza dire la sua, lascio alle interrogazioni parlamentari, agli avvoltoi e ai vari gruppi di potere che sfruttano questa tragedia per lucrarci su. Purtroppo, tutto ciò che si poteva fare umanamente è stato fatto.

Non piangevo da molti anni e pensavo che non l'avrei mai fatto, ma se fosse successo io sarei crollato. Ho pianto. Avrei voluto non farlo e invece, sono scoppiato così all'improvviso e come se non bastasse di fronte ad un folto gruppo di persone. Non sono crollato come mi aspettavo, ma di certo non posso neanche dire di stare bene.
Non so se ci sia un modo giusto o sbagliato di elaborare un lutto. Non sta a me giudicare quale sia il modo migliore per farlo, anche perché ognuno lo vive come meglio crede: alla fine siamo tutti umani, per questo possiamo sbagliare. 
A distanza di un mese esatto io mi sento spaesato, un po' come se fossi in una bolla. A differenza di altre persone, io non ho trovato alcun conforto nella religione, anzi, ad essere sincero ho solo provato un ulteriore odio viscerale per il cattolicesimo e per quel suo modo stupido del clero di allontanare e respingere le persone e quell'incapacità di molti suoi rappresentanti di non saper dire le parole giuste al momento giusto. Oggi c'ero anch'io, nel trigesimo della tua scomparsa, e la tentazione di urlare che erano tutte stronzate è stata forte, ma non l'ho fatto. Paradossalmente, credo di aver trovato più conforto nel ragionare che anche questa disgrazia rientra nel ciclo della vita, che tutti noi prima o poi moriamo e che quindi carpe diem, cogli l'attimo. 
Sono state molte le cose che mi hanno fatto storcere il naso, altre, invece, che mi hanno spiazzato perché venute spontaneamente dal cuore; altro ancora che mi spezza il cuore.
Ho tanti dubbi, vorrei dire tante cose ma non trovo le parole adatte. Volevo scrivere qualcosa di bello e di profondo, ma non ci riesco. In fondo sono biondo dentro, superficiale, senza senso e questo post ne è lo specchio fedele.
Non posso smettere di pensare al fatto che a luglio ci sarebbe stato l'evento dell'anno, quei tuoi diciotto anni così tanto attesi e desiderati, ma che purtroppo non festeggerai mai.
Non posso smettere di pensare a quanto grande e indescrivibile sia il dolore della perdita di una figlia, di una sorella, di una nipote, di una fidanzatina... 
Penso a quando si ha diciassette anni e ci si crede invincibili, immortali e allo stesso tempo di come un problema si amplifichi e sembri irrisolvibile. Perdere una fidanzatina così, vedersela morire così all'improvviso senza neanche rendersi conto. Mi si spezza il cuore solo a pensarlo, non oso immaginarlo a viverlo, egoisticamente devo considerarmi fortunato perché non mi è capitato allora e non credo mi capiterà in futuro visto la mia condizione perenne di single.
Io non so se esiste la vita dopo la morte, né se esiste il paradiso o roba del genere. Non so nemmeno se ci si incontra da qualche parte o se invece finisce tutto là, dietro una fredda lastra di marmo.
Sinceramente, preferisco ricordarti felice e spensierata ed essere grato di averti conosciuto, di esserci stato, anche se non con continuità, in questi tuoi intensi diciassette anni. Ti voglio bene.



Ps: non so se ci rincontreremo, ma se dovesse accadere, dobbiamo assolutamente vedere insieme Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, e successivamente fare una maratona dei suoi film.


3 commenti:

  1. Colazione da Tiffany... probabilmente il film più triste che io abbia mai visto... merito anche della colonna sonora di Henry Mancini...

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  2. "Moon river, wider than a mile
    I'm crossing you in style some day
    Oh dream maker, you heart breaker
    Wherever you're going, I'm going your way.

    Two drifters, off to see the world
    There's such a lot of world to see
    We're after the same rainbow's end, waiting round the bend
    My huckleberry friend, moon river, and me."

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  3. "Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden."
    Viviamo in una valle di lacrime, Principe...

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