Cara Lucianina,
ti apprezzo e ti stimo sia come persona e sia come professionista. Sei sempre attenta e impegnata nel sociale, sempre pronta a difendere le ingiustizie, proprio per questo quando ho letto il tuo intervento su La Stampa del 5 ottobre 2012, sono giustamente sobbalzato dalla sedia rimanendo poi basito. So della tua vena ironica tagliente, ma non posso fare a meno di farti notare che nella parte finale del tuo intervento hai scritto due colossali, passami il francesismo, minchiate. Ora proverò a spiegarti il perché ritengo che l'hai fatta un po' fuori dal vasino.
Minchiata numero 1:
[...] E poi lascia stare, Nico, con ’st’idea del matrimonio, lascia perdere… te lo dico io che non mi sono mai sposata ed è l’unica cosa furba che ho fatto nella vita [...]
Questo è un punto cruciale che mi rende diverso da te, perché tu insieme al tuo compagno hai potuto scegliere tra sposarti, vedendo così riconosciuto tutta una serie di diritti, e non sposarti, rinunciando appunto ad avere questi diritti. Io, in quanto omosessuale, non posso scegliere. Mi viene rinnegato un mio diritto, solo perché ho la "colpa" di amare una persona del mio stesso sesso. Quello che rivendico, qui e altrove, è il mio diritto e del mio compagno (futuro in quanto sono attualmente single) a scegliere se sposarci o meno. Insomma perché tu hai potuto scegliere ed io no? Eppure sono un cittadino italiano come te, né più e né meno, ma vengo penalizzato per una "codina"! Non è assurdo? Se amassi MariA potrei scegliere se sposarmi o meno, con tutti i diritti e doveri connessi e annessi, mentre invece se amassi MariO questo diritto di scelta mi verrebbe negato all'istante. So che la tua era una battuta che non celava dietro di sé alcuna forma di omofobia, ma leggerla mi ha fatto lo stesso un gran male. Anch'io penso che in Italia, accanto al matrimonio per gli eterosessuali, è necessario riconoscere i matrimoni per le persone dello stesso sesso, non solo, occorrerebbe anche tutelare quelle coppie eterosessuali ed omosessuali che preferiscono convivere, ovvero le cosiddette unioni di fatto. Non ricordo bene chi lo disse, ma mi ritrovo molto nelle parole di un militante omosessuale che affermò che non si batteva per i matrimoni gay, ma per il suo diritto di poter divorziare. Sono parole semplici che racchiudono una grande verità. Ecco, io mi batto per il mio diritto di scegliere, che non mi deve essere né imposto e né negato dallo Stato Italiano, solo perché amo un uomo come me. Proprio per questo motivo, introduco la tua Minchiata numero 2:
[...] Ti lamenti perché dici che non vuoi stare in un acronimo, non vuoi né Dico, né pacs… vuoi sposarti… Su questo non sono d’accordo con te Ventolin... Io vorrei vedere riconosciuti i diritti di tutti. Gay ed etero. Con qualsiasi nome. Chemmenefrega. Eventualmente… Se li chiamassimo i Niki ti andrebbe bene?
Non sono d'accordo su quanto affermi, perché anche il nome ha la sua importanza e per quanto ad esempio Shakespeare faccia pronunciare a Giulietta questa frase romantica: Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. Be' anche lui, si sbagliava perché anche i nomi hanno importanza. Riflettici su, perché non dovrei usare la parola matrimonio per indicare il mio legame con MariO, mentre se invece scegliessi MariA potrei farlo? Non è una forma di discriminazione bella e buona? Non è uno sminuire i miei sentimenti solo perché sono rivolti ad una persona del mio stesso sesso?
Non capisco quale sia il problema e perché spaventa così tanto l'associare il mio nome FrancescO, quello di MariO e la parola Matrimonio, mentre basta ancora una volta una "codina" ed ecco che con MariA sparisce ogni obiezione. In fondo, sia io e tutti i gay italiani e stranieri non abbiamo alcuna intenzione di sposare degli eterosessuali, quindi state tranquilli.
Un'ultima cosa e giuro che mi levo fuori dalle balle, anche se citi il fatto che Dio creò tutto nell'arco di una settimana, invitando quindi a fare le cose con calma, ti faccio presente che in Italia sono passati venti anni, e sottolineo venti, dalla celebrazione simbolica del primo matrimonio fra persone dello stesso sesso. Successe il 27 giugno 1992, a Milano, il consigliere comunale Paolo Hutter unì in matrimonio Ivan Dragoni e Gianni Delle Foglie. Oggi, né Ivan e né Gianni ci sono più; sono passati vent'anni, mica sette giorni, e ancora non è cambiato nulla. Loro non hanno potuto vedere riconosciuto dallo Stato Italiano il loro sogno d'Amore, ora mi spieghi per quale motivo io e il mio MariO dovremmo subire la loro stessa ingiustizia, solo per andare piano? No, Lucianina, IO NON CI STO. E tutto per la sventura di una "codina", perché se fosse MariA non starei a scriverti queste righe. Ecco, io e il mio MariO, non vogliamo aggiungere i nostri nomi a quelli di altri Ivan e altri Gianni solo perché siamo gay e siamo "colpevoli" di amare delle persone del nostro stesso sesso.
Sono sicuro che capirai le mie annotazioni.
Francesco (alias Principe Kamar)
Secondo me invece la Littizzetto ha detto delle cose intelligenti: non ha detto di non volere il matrimonio gay o le adozioni gay! Sarebbe assurdo, dopo che tante volte ha dimostrato di avere a cuore le nostre battaglie! Manifesta soltanto la sua preoccupazione!: se già, in questo arretratissimo paese (dove in Parlamento abbiamo addirittura un Giovanardi), la gente si disgusta alla sola idea di due uomini che si baciano, pensa pensa a parlare di matrimoni gay e adozioni gay! Un putiferio. E non lo dice ad una persona qualunque o in generale (della serie "per ora è meglio non parlarne") ma lo dice ad un candidato, Niki Vendola, che potrebbe realmente cambiare le cose, ma solo se lo fa poco alla volta. Non perchè è sbagliato dare subito una ventata di novità a sto vecchio paese, ma perchè, sapendo come sono gli italiani, strombazzare cambiamenti epocali (in campagna elettorale) serve solo a far spaventare quelle persone chiuse e bigotte di cui è pieno lo stivale! Sta dicendo:"Niki, se vuoi davvero cambiare qualcosa, parti dalle basi, vai piano piano. Sennò la gente non ti darà fiducia perchè ha bisogno di vedere i cambiamenti poco alla volta".
RispondiEliminaE invece di chiedere il matrimonio (con la chiesa che abbiamo col fiato sul collo), inizia a chiedere dei patti che possano riconoscere dei diritti importanti, sia per i gay che per gli etero. Ottenuti quelli, si può cominciare a chiedere qualcosa di più. Certo, tutto questo andarci alla leggera è frustrante e sembra veramente ingiusto, ma siamo nel paese dove siamo! Non possiamo illuderci che basta volerlo, tutto cambierà... bisogna agire con accortezza!
E la sua, secondo me, è anche una critica a dire: "Oè! Capisco che per i gay vuoi il matrimonio, ma non puoi dire che non ti interessano i patti sociali (o come cavolo si chiamano) perchè ci siamo anche noi, gay o etero, che non ci interessa il matrimonio ma che vogliamo riconosciuti i nostri diritti. Mica ti dimentichi di noi??". Almeno... io l'ho interpretata così.
Però Febo, nella vita ci vuole anche coraggio nel rischiare e nell'osare. Credo che sia arrivato il momento di pretendere di più. :)
EliminaSu questo articolo, mi è piaciuta molto la lettura che ne ha fatto Pier... ti consiglio di leggerla :)
RispondiEliminahttp://pier-ef-fect.blogspot.it/2012/10/io-non-mettero-incinto-vendola.html
Ho letto il suo articolo, siamo d'accordo con la questione matrimonio, ma dire che per le adozioni è ancora presto riprendendo le stesse preoccupazioni delle stesse persone che ci negano questo diritto è assurdo e a mio parere stupido. Da qualche parte si deve pure iniziare e ora i tempi mi sembrano più che maturi anche da noi. :)
Eliminati rispondo anche qui, spero non sia un problema... se queste preoccupazioni vengono strumentalizzate e vengono esposte da persone che non voglio e non credono nelle adozioni, ci sta a dire che siano finte e solo un pretesto, ma nel mio caso sono preoccupazioni reali, vedendo la realtà che ci circonda; se lo trovi stupido è una tua opinione, rispettabilissima, ma nel mondo in cui vivo io le coppie gay, anzi nemmeno i singoli, non è che siano chissà quanto rispettate, anzi.. come dici tu da "qualche parte si deve iniziare" ed è giusto, ma iniziare dalle adozioni mi sembra prenderla un po' troppo alla larga, voler fare il passo più lungo della gamba, a mio avviso...
EliminaNo, che non è un problema sono sempre aperto al dialogo. Non ritengo stupide le tue preoccupazioni, ritengo stupido usarle come motivazione per dire che è troppo presto. A mio avviso non è così presto per discuterne e secondo me prima si inizia a parlarne seriamente, prima si iniziano a dissipare i dubbi, prima si arriverà alla loro approvazione. :)
Eliminama discuterne non è un problema, come avrai letto la discussione è importante, ma pensarci in maniera anche solo un po' più concreta, "seria", mi sembra presto, considerando la mentalità, la legislazione e l'ambiente italiano! speriamo che comunque qualcosa presto si muova...:)
EliminaSperiamo molto presto. :)
EliminaGli italiani si dividono fra chi è servo di Berlusconi e chi non lo è.
RispondiEliminaI servi di Berlusconi sono semianalfabeti, nostalgici di Craxi e/o di Mussolini, massoni, mafiosi ed evasori fiscali.
Gli altri sono velleitari, logorroici, infantili ed estremisti.
Perdonami ma non ho capito il nesso tra il tuo commento e il mio post sul blog. :(
EliminaLa signora Litizzetto fa parte dei velleitari, logorroici, infantili ed estremisti.
EliminaSinceramente non mi sembra né che sia logorroica, né infantile ma soprattutto non credo sia estremista, al massimo a volte può essere un po' ripetitiva ma nulla più.
EliminaPrincipe, guarda che l'unica cosa che interessa alla signora Litizzetto è che il pubblico rida alle sue battute!
Elimina"Perché tutto rimanga così com'è, bisogna che tutto cambi."
RispondiEliminaIn questa frase è racchiusa l'essenza dell'italianità.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un genio.
Sinceramente non l'ho mai capita questa frase, sarà forse che è un po' ad effetto e dietro ad essa si cela il nulla? ;)
EliminaPrincipe, a me sembra chiarissima: far sembrare che tutto stia cambiando, mentre in realtà non cambia niente. Il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto ne è un esempio: un profluvio di iniziative e di sigle più o meno fantasiose... è cambiato qualcosa? Lo dici tu stesso: "Sono passati venti anni dalla celebrazione simbolica del primo matrimonio fra persone dello stesso sesso, e ancora non è cambiato nulla."
EliminaIn Italia non è cambiato niente, non cambia niente e non cambierà mai niente.
EliminaE se mai qualcosa cambierà, cambierà in peggio.
Quindi meglio arrendersi?
EliminaSe potessi abbandonare l'Italia per sempre, lo farei senza esitazione alcuna. Per il momento, però, devo accontentarmi di andarmene via ogni tanto. Dal 1° al 4 novembre tornerò in Alvernia, in Francia. A dicembre andrò a trovare i miei cugini a Ginevra, in Svizzera. Poi vedremo.
EliminaBuon viaggio e divertiti! :)
EliminaTrovo questo intervento tuo esagerato, per quanto contenga delle verità insindacabili.
RispondiEliminaSarò anche esagerato ma mi sembra che in vent'anni e più di tolleranza del movimento lgbt non si sia fatto praticamente nulla in Italia, mentre chissà perché in altri luoghi per essere stati più intransigenti hanno ottenuto ciò che volevano. Forse è meglio essere più intransigenti-esagerati ed ottenere qualcosa piuttosto che essere moderati (termine che va molto di moda) e aspettare che ci arrivino per concessione divina. ;)
EliminaIn Svizzera gli omosessuali possono sposarsi nella forma dell'unione domestica registrata e acquisiscono gli stessi diritti di coloro che sono uniti in matrimonio. Quindi direi che poco importa il nome: sono i diritti e i doveri riconosciuti che sono importanti.
RispondiEliminaE per quanto i tempi, a volte la politica dei piccoli passi è la migliore, anche se capisco la tua esasperazione.
Non è proprio esattamente la stessa cosa e non capisco perché debba ricevere un "contentino" solo per far star buoni i servi del papa, che i miei sentimenti siano di meno di quelli degli etero? NO! ;)
EliminaSe ti può consolare, la cerimonia ufficiale in municipio è tale e quale a quella delle copie etero. È il sindaco o l'ufficiale di stato civile a presiederla e le parole lette sono le stesse.
EliminaDella chiesa a me non importa. Credo sia più importante concentrarsi sui diritti civili.
Per carità io parlo sempre del matrimonio civile anche perché sono agnostico. :)
EliminaA me prende sempre di più una forma di scoramento assoluto. Ho la sensazione che tutte le parole che dicono e scrivono siano vuote, guidate solo dall'interesse.
RispondiEliminaUn saluto, Francesco.
Ti capisco in pieno, ma ciò che mi lascia ulteriormente perplesso è l'aver letto vari commenti sulla politica che mi fanno sinceramente dubitare che la gente sappia che ogni partito che si presenta alle elezioni deve avere un programma in base al quale gli elettori dovrebbero decidere se votarli o no.
EliminaUn carissimo saluto e un caloroso abbraccio Chaggy. :*
Mi fa piacere. :)
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