venerdì 22 giugno 2012

Questo post si autodistruggerà (forse)


Riprovo a buttar giù due righe per il blog, sperando questa volta di non pentirmene come ieri sera e di non autocensurarmi cancellando il post dieci minuti dopo averlo pubblicato. In questo periodo mi pesa scrivere, ma mi pesa ancor di più non scrivere.

Ieri sera avevo scritto un post sui miei draghi, sul loro ritorno, su come non ce la faccio a combatterli questa volta, e che vorrei che mi fagocitassero in fretta ponendo fine a questa mia lenta agonia. Poi, mi sono sentito in colpa, molto in colpa, ed ho cancellato il post perché non volevo che lo leggesse Lui. Basto io per tutti a stare male, non mi sembra giusto che ci stia male anche Lui solo perché io ho avuto la "sventura" di innamorarmi di Lui. Non posso permettermelo. Non posso delegare il mio dolore a terzi, il dolore è mio e me lo tengo. Non so neanche se riuscirò a finire e a pubblicare questo post. Forse è arrivato il momento di far morire questo blog se devo avere il terrore di far del male agli altri e di conseguenza mi debba censurare. Censura che sia chiaro non mi è stato imposto da nessuno, ma che mi sento in obbligo di porre comunque per proteggerlo da me, perché è giusto che sia felice e si goda la vita a pieni polmoni e poi tra pochi giorni è il suo compleanno e non posso essere così stronzo e ferirlo involontariamente solo perché io sto male. Quando parlo di altri comprendo anche altre persone con cui si è instaurato un bel rapporto di amicizia e probabilmente quelle mie parole di ieri sera le avrebbero ferite profondamente perché avrebbero riportato a galla dei brutti ricordi/pensieri che appartengono al loro vissuto e non voglio riaprire delle loro ferite: non è giusto. Non è un bel periodo, soprattutto perché ora incomincio a percepire ancor di più ciò che ho perso, ciò che si è rotto in mille pezzi, ciò che non avrò e che probabilmente non avrò mai. Ora a quasi un mese, sento ancora di più il vuoto. Prima l'avvertivo, ma col fatto che c'erano "altri impegni" a tenermi occupato non riuscivo a rendermi conto fino in fondo dell'inferno che mi attende. Ora per fare quel poco che faccio, devo farmi continuamente forza e violentarmi per farlo. Se fosse per me non farei niente, al massimo aspetterei la mia fine e dai capricci del mio corpo non ci vorrà poi molto. A complicare tutto c'è l'estate. La odio: troppo tempo libero a disposizione da gestire nel peggiore dei modi, linfa vitale per draghi e per stare male. Non riesco ad associare all'estate i bei ricordi, che ci sono di sicuro, ma solo cose brutte e spiacevoli.

Ora ho perso tutto e non ho più nulla. Non ho niente a cui aggrapparmi e da cui ricominciare a costruire. Ho quel maledetto foglio bianco che non riesco a riempire, in cui non riesco a scrivere neanche un buon motivo per continuare a lottare e no, per me stesso sinceramente è una motivazione flebile come togliere 7 giorni di ferie agli Italiani per fare aumentare di un punto percentuale il PIL nazionale. Non ho neanche un sogno insignificante, un obiettivo, un progetto, un qualcosa tutto mio da perseguire e realizzare. Ho il nulla. Ho il terrore di chiudere gli occhi e il terrore di stare sveglio. Non ho neanche la forza di impazzire, figuriamoci a scappare. Non sono riuscito neanche a gioire per aver passato l'esame di francese. Nonostante sia stato il più bravo del corso e della sessione a C., sono stato capace di lamentarmene e di non esserne felice. Ho fatto in tempo a dire che avrei potuto fare molto di più e che non ero soddisfatto del mio risultato. Mi sono morso la lingua per non rovinare la festa agli altri ed ho cambiato discorso. Già mi sentivo fuori luogo essere lì alla festa nelle mie condizioni. Per me è stata una doppia sconfitta. A niente sono valse le giustificazioni della professoressa madrelingua a consolarmi (sul primo brano ha avuto bisogno di ben otto ascolti per capire tutto il brano, mentre noi ne abbiamo avuto solo due a disposizione); né il fatto che nella produzione scritta sono andato fuori traccia, traccia che definire stupida è un eufemismo perché come l'ho svolta io aveva un senso, come richiedevano no. Per me è stato un fallimento perché arriva troppo tardi e perché è molto al di sotto della soglia che mi ero prefissato, peggio delle due simulazioni fatte in aula. Il fatto che il compito fosse difficile, non riesco a vederlo come una giustificazione al non raggiungimento del mio obiettivo prefissato. Non nego che da un lato avrei preferito essere stato bocciato, almeno la volta successiva mi sarei impegnato il doppio e poi avrei passato quest'estate a buttarmi anima e corpo sul francese e amen: avrei ridotto all'osso i pensieri. Non ce la faccio. Non riesco neanche ad essere duro con me stesso come dovrei.

Ps: questo post è brutto come la fame ed inutile come le zanzare, se qualcuno si sente offeso lo cancello, mi scuso e mi ritiro in silenzio stampa, ma tanto non cambia nulla di come stanno realmente le cose. In futuro si può solo peggiorare e con i presupposti che ho e che non scrivo, sarà sicuramente così. Come si dice: al peggio non c'è mai fine.

12 commenti:

  1. Kamar,
    tutti commettono degli errori. Tu hai il diritto di dire 'io sto male'. Dove c'è dolore, non c'è mai una situazione di comodo. Se scrivi queste parole, evidentemente sei in uno stato emotivo che non ti permette di fare altro. Il dolore è tuo, ma non devi tenertelo. Devi lasciarlo andare. È una cosa ben diversa dallo scaricarlo su terzi.
    Non sminuire quello che hai provato o provi. E permetti agli altri di aiutarti. Non decidere per loro se tu vali la pena o meno.
    Un saluto.

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  2. secondo me sei troppo severo con te stesso: va bene puntare al meglio e al massimo, però devi imparare a volerti bene. Se hai passato il compito è perché qualcuno sopra di te, più maturo e più preparato, ha ritenuto giusto fartelo passare, senza troppe menate e pippe mentali. Sul fronte sentimenti non mi azzardo ad esprimermi, invece per quanto riguarda l'autocensura nel blog capisco perché anche io cancello spesso post che ho scritto d'impeto. Ho sempre paura che qualcuno mi legga e mi sgami, ma fondamentalmente anche questa è una pippa...Posso consigliarti un po' di volontariato per l'imminente periodo estivo? Tu non hai idea di quanto faccia bene all'anima aiutare gli altri quanto sei giù di corda. Sono sicura che anche nella tua zona ci sono associazioni pronte ad accogliere il tuo aiuto come un dono del cielo :)))

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    1. A modo mio mi voglio bene, anche se ammetto che non è proprio un modo canonico di volersi bene.
      In passato ho fatto un bel po' di volontariato, ma ahimè aver visto come funziona la gestione back office di differenti associazioni di volontariato, mi ha lasciato la nausea e una disillusione in merito pazzesca.

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  3. Eh sì... Madama Depressione è venuta a farti visita... ahimè, non so come si manda via, altrimenti te lo direi...

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  4. ... l'unico modo per non soffrire è starsene da soli, Principe... non c'è altro modo...

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    1. Devo re-imparare a ragionare per Io e non più per Noi e non è semplice.

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  5. Posso insultarti??? Non è vero che non hai progetti, non è vero che non hai niente da fare e che non hai distrazioni. Hai forse dimenticato la promessa che mi avevi fatto? Ricordi il nostro progetto comune? Avanti... qualcosa c'è. E se non lo fai per te, lo devi fare per me.

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