giovedì 5 gennaio 2012

Ma se forse la Rai si ricordasse di fornire un servizio pubblico...

Apro il mio browser di fiducia e incomincio ad informarmi navigando sul web, finché mi imbatto in questa notizia fresca fresca de Il Giornale di Vicenza: 


Al di là del fatto che l'articolo è scritto con i piedi e che l'orientamento sessuale non è un vestito e non si sceglie, non posso non imbestialirmi ed indignarmi per questa brutta storia, ma ho un pensiero fisso:

Se la Rai, la televisione pubblica italiana, si ricordasse di fornire un Servizio Pubblico degno di tale nome, forse questo ragazzo di soli vent'anni non avrebbe provato a suicidarsi.

Perché penso questo? È semplice, per la Rai i gay e il mondo lgbt non esistono e se anche esistessero non è cosa buona e giusta parlarne. Quando si ricorda di farlo, lo fa molto male e per cliché, gettando dunque benzina sul fuoco su un clima come quello italiano già di per sé, grazie anche all'onnipresente Vaticano, omofobo o quanto meno poco gay friendly. 
Ad esempio, martedì scorso la Rai ha perso un'altra occasione di porre rimedio alle proprie mancanze. Su Rai2 è andato in onda lo speciale dedicato a Tiziano Ferro, noto cantante che nel 2010 ha fatto coming out, dichiarando la propria omosessualità e scrivendoci anche un libro intitolato Trent'anni e una chiaccherata con papà. Ebbene, così come hanno evidenziato lo staff di Voglio sposare Tiziano Ferro nell'omonimo articolo: Tiziano Ferro non riesce a dire gay su Rai Due. Non so se ciò sia dipeso da una scelta del cantante, ma visto il precedente diktat della rai sul non pronunciare la parola preservativo il 1° dicembre scorso, giornata mondiale contro la lotta all'Aids, non mi meraviglierei se ne esistesse uno anche sulla parola gay e quindi fosse dipeso dai vertici rai.
Secondo me quella parolina detta in tv di fronte a milioni di spettatori avrebbe potuto fare la differenza. Innanzitutto avrebbe mostrato che l'essere omosessuale non significa essere malato e che non c'è nulla di cui vergognarsi di essere quello che si è, oltre al fatto che dirlo pubblicamente con semplicità e naturalezza dà la giusta connotazione di normalità insita nell'omosessualità, perché essere gay invece che etero è come avere gli occhi azzurri piuttosto che verdi, essere moro piuttosto che biondo, con buona pace degli omofobi e dei giornalisti caproni che si ostinano a parlare di devianze e di scelte perché giustamente loro scelgono se essere alti un metro e una vigorsol o essere alti tre metri come i Watussi.

Secondo me un'altra occasione che la Rai topperà alla grande, sarà con Ballando con le Stelle dove tra i partecipanti c'è il giornalista rai Stefano Campagna, gay dichiarato, che ahimè ballerà con una donna. Magari sarebbe stata la volta buona che in Italia ci fosse stata una coppia di ballerini formata da due uomini, così come avvenne in Israele nel 2010 dove la star televisiva Gili Shem Tov, lesbica dichiarata, ha ballato in coppia con una donna (Fonte: Queerblog). In Germania, lo scorso marzo in una puntata l'attore e presentatore omosessuale Adolf Haider ha ballato con un ballerino, sempre a ballando con le stelle in versione tedesca.
A chi pensa che nel ballo in coppia ci debba per forza essere sempre un cavaliere e una dama, ricordo che la danza non fa distinzione di sesso e che ad esempio esistono già i campionati mondiali di tango  queer in cui entrambi i partecipanti sono dello stesso sesso.

So che la Rai non può rendere l'Italia gay friendly, ma di certo può rendere, nel suo piccolo, l'Italia un paese migliore, educando in maniera corretta i cittadini in tre modi: 
  1. informandoli in maniera corretta ed equilibrata,
  2. dando loro gli strumenti giusti per mantenere attivo il pensiero critico in ognuno di noi,
  3. alimentare la giusta curiosità nel cercare di capire mondi che possono essere lontani dal proprio quotidiano, ma che in realtà sono molto più vicini di quanto si pensi.

6 commenti:

  1. Ma di cosa ci stupiamo? Chiunque può dire qualsiasi cosa sull’omosessualità alla televisione italiana, difficilmente le risposte avranno la stessa visibilità.
    Trovo vergognoso il modo in cui per ben due volte chi ha scritto l’articolo linkato ribadisce che si tratta di “scelte”. La verità è che tutto quello che è legato alla sfera sessuale spaventa ancora molto. Pensare che l’orientamento affettivo-sessuale non sia determinato da una scelta individuale fa paura, implica la possibilità di ritrovare in se stessi la medesima situazione.
    Che tristezza.

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  2. La nostra tv pubblica è bloccata come il paese del resto..

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  3. bhe ma stai parlando della RAI, che è da sempre stata a servizio dei partiti e della chiesa cattolica ...

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  4. @ Chagall: concordo in pieno con te dalla prima all'ultima sillaba.

    @ Still: forse ancor di più del paese: è proprio fuori dalla realtà.

    @ Pier: purtroppo sì. :(

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  5. Beh io infatti non mi stupirei più di tanto! Purtroppo la nostra televisione, rispecchia in tutto e e per tutto quello che è il nostro paese... Poi ci lamentiamo del fatto che siamo un paese di ingoranti e di incivili! Se alla tv (non solo la Rai) continuano a mandare in onda Gf e simil porcherie, mi domando come mai non ci sia ancora stato un suicidio di massa dei cervelli, piuttosto che una fuga di cervelli all'estero! ;)

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  6. Beh io infatti non mi stupirei più di tanto! Purtroppo la nostra televisione, rispecchia in tutto e e per tutto quello che è il nostro paese... Poi ci lamentiamo del fatto che siamo un paese di ingoranti e di incivili! Se alla tv (non solo la Rai) continuano a mandare in onda Gf e simil porcherie, mi domando come mai non ci sia ancora stato un suicidio di massa dei cervelli, piuttosto che una fuga di cervelli all'estero! ;)

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