domenica 5 agosto 2012

Questo domani non c'è


Ci sono più di 40°. 
Ci sono più di 40° ed ho freddo. 
Ci sono più di 40°, ho freddo e la pelle d'oca. 
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca e un peso sul petto.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto e mi gira la testa.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa e tremo.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa, tremo e mi manca il respiro.
Ci sono più di 40°, ho freddo, la pelle d'oca, un peso sul petto, mi gira la testa, tremo, mi manca il respiro e black out.

Così, senza preavviso. Succede. È buio. Precipito e pur son fermo. Non capisco. Sono assente. Non voglio. Non posso. Non devo. Fa male, troppo male e poi... niente. Non sento niente. Svuotato di tutto, vorrei lasciarmi andare ma non reagisco. Immobile, aspetto che passi, che tutto smetta.

Mi racconto bugie: dico che domani andrà meglio, ma questo domani non ha contorni ben definiti, è sospeso in un non-tempo, in un non-luogo. Questo domani non arriva mai, sembra non esserci. Mi sembra di impazzire eppure non sono ancora impazzito. Ignavo, lascio che tutto mi travolga, lasciandomi portare dalla corrente, augurandomi di annegare al più presto. Non ce la faccio! è un impercettibile sussurro che non si può dire ad alta voce. Sono stanco, tanto stanco, molto stanco.
Non ho più freddo: ora c'è l'afa che mi violenta, mi tortura. Mi tortura proprio lì dove ho smesso. Come Sisifo non ho diritto alla pace eterna.

Dovrei correre, mi farebbe bene farlo. Non ci riesco. All'inizio pensavo che fosse colpa del troppo caldo, ma  la scorsa estate non faceva sempre caldo? Sì, allora la colpa deve essere della pigra indolenza in cui sono piombato. Apatia! Apatia nel vivere, apatia nell'anima, apatia nei sentimenti. Forse è così. Ma mi sembra un po' troppo esagerato perché dipenda tutto solo da ciò. Ci rifletto un po' su, osservo le differenze e poi capisco. La scorsa estate correvo per rendere più sopportabile il silenzio, per rendere l'attesa meno dura, per darmi una ferrea disciplina. Tutto era inserito in un disegno ben preciso, scandiva il tempo, affondavo le mani nella mi forza. Ci credevo. Ora, non c'è più nulla da fare di tutto questo. Mi pesa farlo. Non ho le motivazioni giuste per farlo e poi potrei avere un black out e lasciarmi sbranare da un branco di cani randagi,  mi stuzzica come idea ed è una tentazione troppo forte  al pari di farmi mettere sotto da un tir o da un autobus di linea.

Vorrei avere di nuovo quella sana incoscienza, quella che mi sprona a fare il meglio, a provare a superare i miei limiti, quella che mi offre nuovi occhi e nuovi punti di vista, quella che mi fa sentire vivo.
Invece ho quella stupida, quella che mi porta alla deriva. Mi sento abbandonato, soprattutto da chi era il mio mondo. Il mio mondo non c'è più, ciò mi sta distruggendo. Ora non ho niente. Non so che fare. Mi pesa fingere che vada tutto bene, per questo mi sono chiuso in un castello dai muri invisibili da cui esco raramente. Come la Dama di Shalott guardo la vita da uno specchio, aspettando l'ora in cui mi stancherò e guarderò fuori dalla finestra.


Mi sento un disabile dell'anima. 
Sono un disadattato della vita. 

3 commenti:

  1. Non lasciarti vincere dalla depressione, la tua vita è più importante di qualunque altra cosa o persona che ti circonda.
    Un abbraccio di conforto! ;*

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  2. la Dama di Shalott ha l'espressività di una triglia bollita :)
    e poi diciamolo, l'hai visto mai nel medioevo uno specchio simile?
    un pò di reale realtà non può fare che bene

    forza Prince

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